Esami di maturità a Mantova, buona la Prima: il tema sull’attesa social fa breccia
Pronti, partenza via: esami di maturità ufficialmente iniziati. 2.700 studenti mantovani il 21 giugno hanno svolto la prima prova scritta d’italiano, una 6 ore di tema, le cui tracce erano uguali per tutti gli indirizzi e tutti gli istituti.
Alle 8.30, puntualissime, le tracce dal ministero arrivano anche all’istituto Fermi e all’Ipsia Vinci. Dopo la consegna delle schede agli studenti, tutti a testa bassa: è ora di scrivere. Ansia? «Beh, quella sempre. Stanotte ho preso sonno a fatica. Ma quando mi sono seduta ho tirato un sospiro di sollievo, ed è passato tutto» commenta sorridendo Sara della 5B del Fermi. Ma c’è chi l’ha presa anche con più relax, come Tommaso della 5A: «Ah sisì, io ero tranquillo, ma io sono sempre calmo... Adesso torno a casa, mangio, faccio un tuffo in piscina e poi mi metto a studiare in vista dei prossimi giorni» esclama ridendo.
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Ad Adele della 5B l’agitazione ha giocato brutti scherzi: sul banco degli studenti c’erano fogli, penne e dizionari di lingua italiana, al massimo una bottiglia d’acqua per contrastare il primo caldo estivo, ma non nel suo caso: «Stamattina ero di fretta e agitata e ho messo nello zaino il dizionario di spagnolo, me ne sono resa conto solo una volta arrivata in aula» ci scherza su.
E come in ogni prima prova, gli imprevisti sono sempre dietro all’angolo: «A un certo punto è partita una musica, una canzone a volume alto. Noi studenti non capivamo da dove venisse, i professori si sono allarmati e non sapevano cosa fare. È stato divertente assistere a questa scena» raccontano i ragazzi all’uscita.
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Tra le tracce più gettonate al Fermi, quelle di attualità, in particolare quella sull’attesa ai tempi dei social network, a partire dall’articolo di Marco Belpoliti “Elogio dell’attesa nell’era di WhatsApp”. Apprezzata anche la traccia relativa a Piero Angela, sul valore essenziale della creatività umana a fronte delle innovazioni tecnologiche.
Anche al Vinci la traccia più gettonata è stata quella sulla lentezza ai tempi dei social: «L’attesa la viviamo ogni giorno – argomenta, saggiamente, Francesco Bacchi della 5AMI – quando aspettiamo il bus, quando siamo in fila con l’auto. Tutti si agitano e sono ansiosi. Ma non serve a nulla essere agitati per qualcosa che deve succedere. Tanto vale viversi bene l’attesa».
Le tracce scelte dal ministero hanno sorpreso alcuni studenti del Vinci: «Ci aspettavamo tutt’altro – confessa Vittorio – c’erano molti anniversari di morte quest’anno. Sui siti si ipotizzava l’uscita di tracce su Leopardi o D’Annunzio. Invece niente. Queste tracce non mi sono proprio piaciute».
«Ad alcune classi del nostro istituto i professori non avevano nemmeno spiegato Moravia, quindi la prima traccia era già da escludere in partenza – interviene Gioele della 5AMI – Il tema di oggi era affrontabile, ma devo ammettere: ieri sera ero molto agitato. Sono andato a letto alle dieci ma ho preso sonno soltanto alle 2 di notte».
La prova più temuto, però, sarà quella specifica di oggi. Fuori da scuola, infatti, i gruppi si dileguano velocemente: tutti a casa, è ora di tornare a studiare.
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RAGIONERIA
È giovedì di maggiore preoccupazione per le studentesse e gli studenti dell’Istituto tecnico economico statale Alberto Pitentino (la ragioneria di una volta): il giorno della seconda prova, quella specifica del corso di studi che sarà di economia aziendale. Mercoledì mattina alle 8. 30 i 115 maturandi si sono presentati tutti puntuali e, almeno all’apparenza, tranquilli dopo “la notte prima degli esami”, pronti ad affrontare la prova di italiano.
A uscire per prima, intorno alle 12. 30, è Irene: «Pensavo peggio – commenta – Gli argomenti proposti li abbiamo trattati durante l’anno, gli autori invece no. Ho scelto la traccia tratta dall’articolo “Elogio dell’attesa nell’era di WahtsApp” di Marco Belpoliti facendo dei paragoni tra la nostra società e quella della Prima e della Seconda guerra mondiale. Oggi viviamo in un tempo davvero accelerato, anche a causa dei social».
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«Prestiamo attenzione in maniera istantanea, postiamo tutto per condividere ma non assaporiamo il momento – continua Irene – Spesso c’è anche chi arriva ad avere disturbi psichici per l’ansia e lo stress. Per questa prova ero abbastanza tranquilla perché abbiamo avuto un bravo professore per tre anni e mi sentivo preparata». Subito dopo esce Elisa, che ha scelto la traccia della lettera aperta all’ex ministro Bianchi, proprio sull’esame di maturità: «Questo esame è importante perché è il primo grande test che, da un lato, ci valuta per quello che abbiamo fatto e, dall’altro, ci prepara anche ad affrontare le altre prove che avremo nella vita».
Con l’intelligenza artificiale si è misurato il primo studente maschio a uscire, Leonardo: «Mi aveva appassionato l’argomento, di cui ho sentito parlare in questi ultimi tempi, e ho pensato che fosse la traccia più fattibile». Col concetto di attesa si è cimentata anche Martina: «Mi sono basata soprattutto sul confronto tra la mia generazione e quella dei miei genitori – racconta – Ho fatto anche un passaggio su Leopardi e il suo concetto di noia che esalta la bellezza. Oggi l’attesa non si apprezza più, dovremmo vivere meglio». E c’è già chi pensa al futuro oltre la scuola: «Non andrò all’università – scandisce una maturanda – ho già in programma un lavoro come operatrice turistica per l’autunno». Nell’immediato, superato lo scoglio delle prove scritte, ci sarà da nuotare nel mare degli orali. Da lunedì.
VIRGILIO, D’ESTE E ARTISTICO
Non conoscono Moravia («non l’abbiamo studiato a scuola»), la Fallaci e Chabod, Quasimodo li intimorisce, di Piero Angela li intriga il tema dell’intelligenza artificiale e a conquistarli – è il loro terreno di vita – è “L’elogio dell’attesa nell’era di WatshApp”. Nativi digitali, i maturandi 2023 hanno affrontato, piegati per 5-6 ore sui banchi, la prova d’esame d’italiano e giovedì li attende quella specifica.
Davanti al liceo classico Virgilio i primi ad uscire, alle 12.45 sono due studenti del Linguistico: «Ho scelto il tema che parla del valore dell’attesa – spiega Chiara Ricifari, di Mantova città – e sono soddisfatta: si è trascurato il tempo della riflessione per il “tutto e subito” e mi sono fatta guidare da una frase che nonna mi ripeteva “la pazienza è la virtù dei forti”». Questo l’incipit del suo tema.
Lo sconosciuto Moravia ha ispirato Nico Alexandru di Roverbella: «La sua critica al mondo borghese mi è parsa interessante e il collegamento con Verga automatico, come quello nell’ambito filmico con “Metropolis”». Tracce impegnative, ma ciascuno ha trovato la sua chiave di sviluppo: Federica Artioli e il tema del potere nel testo della Fallaci, Anna Faroni di Moglia ha affrontato Piero Angela e Romina Kombar Moravia: «La superficialità della borghesia mi ha permesso confronti con Oliver Twist e Madame Bovary».
Il riallaccio a Mazzini e ai valori di libertà è invece la chiave di lettura scelta da Samuele Carita, del Classico, che ha affrontato Chabod e la sua “Idea di nazione”.
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Davanti all’Artistico con un gruppo di maturandi Momo Makdoumi commenta sereno che di Angela lo ha colpito il richiamo alla mitica Kodac, soppiantata dalla fotografia digitale: «Ora le pellicole sono per il vintage, ma anche quello era bello». All’uscita dall’Isabella D’Este, tra le ruspe, un gruppo di ragazze dell’indirizzo coreutico “prende fiato” sull’asfalto rovente. «Ora andrò a casa a dormire» annuncia Melania Yacab, mentre Desireee Cambareri racconta di aver scelto la traccia della lettera al ministro, perché: «Parlava di maturità al tempo della pandemia, vissuta sulla nostra pelle». Anche Riccardo Papotti, indirizzo economia sociale, e Miriam Gorni, scienze umane, hanno affrontato l’elogio dell’attesa di Marco Belpoliti: entrambi, conclusi gli esami, si iscriveranno a psicologia. Perché, alla fine, la vera prova è il domani e quasi tutti lo hanno programmato: punta all’accademia di Roma, o alla Paolo Grassi di Milano, la ballerina Desiree, aspetta il concorso per l’aeronautica militare Momo, Filippo Cecchin andrà a Bolzano a frequentare la scuola dell’ambiente montano. In bocca al lupo, ragazze e ragazzi.
MALORE PER UN PROF
Durante la prima prova dell’esame di maturità, un professore della commissione di italiano dell’istituto Enrico Fermi, ha avuto un malore. È arrivata subito sul posto l’ambulanza e, a seguire, l’automedica. L’insegnante, che ha 37 anni, è rientrato all’ospedale di Mantova in codice giallo, intubato, ma ora sembra essere fuori pericolo. Non è chiara la dinamica esatta, ma alcuni ipotizzano che il forte caldo di questa prima giornata abbia probabilmente inciso sulla salute del professore.