«Dal Nautico di Trieste all’Ocean Race. Francesca Clapcich non è cambiata»
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foto da Quotidiani locali
TRIESTE «La mula la farà strada». Anno 2003, o forse 2005, chissà. Giro d’Italia a vela. Il professore di navigazione Adriano Filippi ha allestito una barca con a bordo gli allievi del Nautico di Trieste. Tra loro, anche Francesca Clapcich, studentessa nella sezione costruttori. Al via di una tappa la barca del Nautico, con Francesca al timone, per un discreto tratto riesce a tenere dietro di sé quella che ha come skipper Mauro Pelaschiar. Il quale più tardi, dopo l’arrivo, incrocia in banchina Filippi e gli sorride: «Ciò Adriano, la mula la farà strada» sentenzia. Adesso “la mula”, navigando con il team statunitense 11th Hour, ha vinto la Ocean Race, la regata attorno al mondo per equipaggi, prima italiana in assoluto a riuscire nell’impresa.
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E sì, ne ha fatta di strada. «Per due anni, nel 2003 e nel 2005, avevo creato un team del Nautico per partecipare al Giro d’Italia a vela che in quelle due annate partiva da Trieste – ricorda Filippi, oggi presidente del Comitato di Zona della Federvela - Avevo raccolto gli sponsor attorno a questo progetto e scelto i ragazzi. E in una delle occasioni c’era anche Francesca, era l’anno in cui aveva appena finito la quarta. Beh, certamente non avevamo velleità di classifica, ma sono state occasioni straordinarie per i ragazzi di vivere esperienze assolutamente uniche. Dirò di più, tutti i ragazzi che vi parteciparono ora comunque vivono di vela: chi come atleta, chi come velaio, chi come progettista. E a proposito di Ocean mi piace ricordare che anche Alberto Bolzan, che ha partecipato a due edizioni, è stato allievo del Nautico e ha fatto anche lui quei Giri d’Italia a vela: non con noi però perché ha qualche anno in più».
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Ancora oggi, del resto, Francesca ricorda quella esperienza: «Oltre alle derive, da ragazzina avevo partecipato al Giro d’Italia a vela con l’Istituto Nautico. Il coraggioso professor Filippi portava in giro per un mese una decina di studenti e devo dire che questa esperienza mi ha segnato. C’erano i più bravi velisti italiani in gara e le regate erano tirate, anche altri miei compagni di scuola hanno proseguito la strada della vela» ha raccontato la velista triestina in una intervista.
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«Al di là delle parole di Mauro Pelaschiar – commenta ora Adriano Filippi - era facile comprendere che la ragazza davvero avrebbe fatto strada: ottima studentessa, oltre che ottima velista già allora, è sempre stata molto determinata nel perseguire i suoi obiettivi. E sin da tempi non sospetti il suo sogno era la vela d’altura: bene, direi che davvero ha raggiunto il top. Era una studentessa e una velista che sapeva quello che voleva ma non è mai stata una persona arrogante, anzi: i risultati che ha ottenuto in carriera (la partecipazione a due Olimpiadi in due classi diverse, un titolo mondiale, un altro podio mondiale, un titolo europeo…) non l’hanno mai cambiata, è sempre rimasta la ragazza di allora».
E adesso Adriano Filippi da presidente della Federvela zonale sta già pensando a come coinvolgere Francesca in qualche iniziativa sul territorio. Chissà, magari in occasione della Barcolana, un appuntamento al quale la velista nata e cresciuta nella Pietas Julia di Sistiana non ha mai voluto mancare. Anche perché poi l’armatrice di 11th Hour è quella Wendy Schmidt che con Deep Blue ha vinto l’ultima edizione della Coppa d’Autunno. Insomma, tante connessioni vincenti con Trieste anche nel trionfo americano alla Ocean Race.