Dai trasporti all’ambiente, l’Europa investe due miliardi su 14 progetti nei partner dei Balcani
foto da Quotidiani locali
ZAGABRIA «Con questo nuovo pacchetto di investimenti inviamo un messaggio forte e chiaro ai nostri partner dei Balcani occidentali: il loro futuro è all'interno dell'Ue e stiamo compiendo progressi costanti per colmare il divario di sviluppo economico».
Il commissario europeo per l'Allargamento e la Politica di vicinato, Oliver Varhelyi, ha commentato così l’annuncio di un nuovo pacchetto di investimenti europei da 2,1 miliardi di euro destinati ai sei paesi dell’area balcanica: Serbia, Bosnia-Erzegovina, Albania, Kosovo, Montenegro e Macedonia del Nord.
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Il nuovo pacchetto – il quinto a essere approvato all’interno del Piano economico e di investimento dell’Ue per i Balcani occidentali – finanzierà 14 investimenti faro nei settori dei trasporti, dell'energia, dell’ambiente o ancora a sostegno delle imprese private. Si tratta di progetti infrastrutturali di ampio respiro e con i quali la Commissione europea ha l’ambizione di «collegare meglio la regione al suo interno e con l'Ue, contribuire a decarbonizzare le economie e sostenere la competitività del settore privato nella regione», per citare ancora le parole di Varhelyi.
Tutte le aree sono coinvolte, o quasi. Come nota l’agenzia Reuters, i fondi destinati alla Bosnia-Erzegovina (303 milioni di euro) hanno lasciato a bocca asciutta una delle due entità del paese: la Republika Srpska (Rs), a maggioranza serba. I quattro progetti finanziati dalla Commissione Ue in quel Paese balcanico sono infatti tutti interni alla cosiddetta Federacija, l’entità croato-musulmana. Una scelta politica? L’agenzia di stampa britannica nota che «il blocco dei 27 Stati membri ha avvertito a più riprese il presidente filo-russo e nazionalista della Rs, Milorad Dodik, di interrompere la sua retorica secessionista e le sue azioni che minano lo Stato bosniaco, ma non è riuscito a imporre sanzioni contro di lui». Si potrebbe dunque supporre che la distribuzione dei fondi contenga anche un messaggio non troppo velato a Dodik: nessun rappresentante della Commissione europea ha però commentato in merito.
Va detto poi che i progetti finanziati in Bosnia non porteranno beneficio solo agli abitanti della Federacija. La realizzazione di alcuni tratti autostradali lungo il Corridoio Vc, ad esempio, permetterà a lavoro finito di collegare tutto il Paese, da Ploče sull’Adriatico fino al confine croato-bosniaco di Svilaj passando per Mostar, Sarajevo e Zenica e attraversando entrambe le entità (il corridoio porta a Budapest). Anche gli strumenti di sostegno alle aziende private – nella digitalizzazione, nel sostegno alle imprese sociali o nel finanziare misure di efficienza energetica e di accesso alle fonti rinnovabili – saranno disponibili per tutte le realtà dell’area, essendo trasversali ai sei paesi della regione.
Tra gli altri progetti finanziati dall’Ue figurano il proseguimento dei lavori lungo Corridoio paneuropeo VIII che in Macedonia del Nord attraversa il paese orizzontalmente collegando Elbasan in Albania a Pernik in Bulgaria, la riabilitazione di alcune centrali idroelettriche in Serbia e Bosnia-Erzegovina (con lo scopo di ridurre la dipendenza energetica dal carbone, principale causa di inquinamento atmosferico nell’area) o ancora l'implementazione di un sistema di trasporto pubblico verde a Tirana, per combattere al tempo stesso la congestione della capitale albanese e l’inquinamento.
Secondo le stime della Commissione, il contributo comunitario da 2,1 miliardi di euro (a cui si aggiungono altri 200 milioni di euro provenienti da altri donatori) permetterà di generare degli investimenti totali dal valore di 8 miliardi di euro, con la maggior parte dei progetti che dovranno essere realizzati entro il 2029.