«A21, serve la terza corsia». Parte la richiesta al ministro
Broni. «L’autostrada A21 sta “esplodendo” per i troppi Tir. Non può più rimanere a due corsie». Secondo Fabrizio Cavaldonati, presidente del comitato Ponte della Becca e referente del gruppo L24-Osservatorio strade Pavia e Provincia, quello che è successo lunedì sul tratto oltrepadano della A21 – quattro incidenti in tre ore tra mezzi pesanti con viabilità in tilt – ha certificato l’inadeguatezza dell’infrastruttura rispetto all’aumento esponenziale del traffico pesante.
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I punti critici
Le criticità maggiori si registrano sui 75 km oltrepadano-emiliani della Torino-Piacenza, dall’innesto con la A7 tra Voghera e Tortona a quello con la A1 a Piacenza: due corsie per senso di marcia e molti capannoni logistici sorti negli anni (più altri in arrivo), scegliendo proprio le zone più vicine alle uscite autostradali.
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«Quello di lunedì è stato un caso eccezionale, ma è innegabile che ormai il numero e la frequenza dei camion sulla A21 sia esorbitante, con un’unica colonna che marcia da Voghera a Piacenza e viceversa – aggiunge Cavaldonati –. La possibilità di incidenti è altissima perché il traffico si riversa tutto qui: un’autostrada così frequentata non può più rimanere a due corsie. A ciò si aggiunge un altro fattore, la distanza di sicurezza tra i mezzi pesanti che spesso non viene rispettata: così, se un camion o una macchina fanno una manovra improvvisa o una frenata brusca, si causa subito un incidente di grandi dimensioni».
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Ai problemi dell’autostrada si associano quelli della viabilità ordinaria, con strade importanti come la statale 10 Padana Inferiore, la provinciale 202 delle Teste o la statale 617 Bronese in sofferenza quotidiana per il traffico, ancora di più con eventi straordinari: «È per questo che, molto prima dell’avvio delle ultime logistiche a Broni, abbiamo aperto un canale con i sindaci della zona, che chiedono alle istituzioni un maggior coordinamento per far fronte all’aumento del traffico pesante in uscita dai capannoni o magari indirizzato alla Becca – spiega Cavaldonati –. Tra gli interventi prioritari, chiederemo il posizionamento di cartelli multilingue che segnalano il divieto di transito sul ponte per i Tir sulle prime rotatorie fuori dal casello di Broni-Stradella».
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Secondo Cavaldonati, ora è la politica che deve prendere in mano la situazione: «La politica si muova in modo deciso per fare pressione a Roma sulla terza corsia per l’A21, ma anche per portare avanti altre soluzioni, come la gronda nord di Stradella, che possono rendere più fluido il traffico nella zona – conclude -. Anche perché, a lungo andare, la situazione sarà sempre peggiore».
E da Roma il primo a muoversi è il vicepresidente del Senato, Gianmarco Centinaio, forte anche dei buoni rapporti con il collega di partito e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: «La situazione della A21 non è più sostenibile, ormai è diventata una colonna unica di camion, con problemi di sicurezza per i sorpassi azzardati tra Tir – commenta Centinaio –. Già nei prossimi giorni interesserò il ministro Salvini per sottoporgli il problema e capire se, prima di tutto, ci siano le condizioni per l’ampliamento dell’autostrada».
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Oliviero Maggi