Il sindaco di Goito difende l’iper: «Con Martinelli occasione irripetibile»
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occasione irripetibile»](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/gazzettadimantova/2023/07/19/075830568-15662ed9-3f35-4e8e-b398-444663079601.jpg)
«Un interlocutore credibile dopo vent’anni di degrado. I commercianti di vicinato? Non devono temere»
Minaccia commerciale? No, un’opportunità rincorsa ostinatamente e acciuffata dopo più di vent’anni. Così secondo il sindaco di Goito, Pietro Chiaventi, il progetto della grande struttura di vendita che Martinelli realizzerà in località Aquilone, appena fuori dal paese. Area irrisolta dopo il naufragio del centro commerciale della società Morena. La conferenza di servizi tornerà a riunirsi domani per l’autorizzazione definitiva a Martinelli, già confortato dal sì della Provincia.
La prospettiva agita Confesercenti, preoccupata che attorno all’ipermercato possano moltiplicarsi altre strutture medie di vendita (più facili da insediare), fino a comporre un parco commerciale come quelli già fioriti a San Giorgio e Curtatone. Tradotto, più traffico di quanto stimato per la sola grande struttura di vendita e rarefazione dei negozi di vicinato anche nei paesi attorno.
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«Spiace che Confesercenti sia contraria – interviene Chiaventi – perché, nonostante una ricerca incessante, abbiamo fatto molta fatica a trovare un interlocutore disposto a intervenire sull’area, che, da pgt, ha comunque mantenuto la sua vocazione commerciale. Parliamo di un interlocutore credibile e solido, che creerà settanta posti di lavoro, con la possibilità che nel tempo crescano fino a un centinaio. Ecco, io credo che questa sia un’occasione per il territorio».
Ma come rassicurare i negozi di vicinato? Non c’è il rischio che finiscano cannibalizzate dalla grossa struttura, in grado di sostenere una politica dei prezzi più audace? «Non credo che chi oggi va a comprare il pane fresco e i generi alimentari d’eccellenza nelle botteghe del centro storico cambierà abitudini – risponde il sindaco – Le botteghe si caratterizzano per una diversità di prodotto e un rapporto più diretto con i clienti. Semmai, chi oggi va a fare la spesa al Martinelli di Volta Mantovana, non sarà più costretto a fare tanta strada. Tra i cittadini c’è attesa».
Chiaventi insiste sull’opportunità dell’operazione, nel solco di quanto già deciso e immaginato: «Non abbiamo fatto altro che mantenere la vocazione commerciale di un’area che versava in uno stato di degrado da oltre vent’anni. Quella di Martinelli era un’occasione da non perdere, se avessimo detto di no, quali altre prospettive avremmo avuto per l’area? Temo che non avrebbe più trovato alcuno sviluppo».
E se si avverasse la profezia del parco commerciale? «Dubito, perché le aree disponibili nella porzione fronte strada sono ormai quasi esaurite, e l’appezzamento sul retro mi sembra troppo all’interno per incontrare un interesse commerciale».
Ultima domanda: come la mettiamo col traffico? «La nuova struttura intercetterà il traffico attualmente di passaggio sulla nostra viabilità». Aspettando la tangenziale.