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Июль
2023

L’Udinese è in ritiro con otto attaccanti: portano in dote solamente sedici gol

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Se è vero che l’Udinese di Andrea Sottil continuerà ad essere disegnata con il 3-5-2, ritrovarsi in ritiro con otto attaccanti (tra prime e seconde punte) è un lusso che per l’allenatore di Venaria Reale non potrà durare molto a lungo.

Tanto per fare un confronto con un passato relativamente recente, l’Udinese di Pasquale Marino, che giocava con il 3-4-3, nel campionato 2008-2009 vantava nelle sue file sei attaccanti: Di Natale, Quagliarella, Floro Flores, Pepe, Sanchez e Asamoah. Non ci addentriamo in confronti e paragoni, semplicemente ci preme sottolineare come la scrematura sarà inevitabile e che senza il supporto fondamentale di Beto (le ultime news lo danno come un possibile obiettivo dell’Inter) le punte bianconere porterebbero in dote dalla passata stagione solamente sei gol: due Deulofeu e Lucca, uno Success e Brenner.

Con i dieci del portoghese si arriva a sedici, cifra comunque bassina per una squadra della media borghesia del calcio italiano come può essere definita l’Udinese.

Lo scorso anno per ovviare alla perdita dell’infortunato Deulofeu, Andrea Sottil fu molto bravo ad accentuare quella rotta che si era comunque intravista da inizio stagione, ovvero quella di puntare molto sugli inserimenti dei centrocampisti e degli esterni.

Un manifesto, in questo senso, fu la partita con la Roma vinta 4-0 con gol dei due esterni (Udogie e Pereyra) e due mezzali (Samardzic e Lovric).

Il serbo e lo sloveno hanno segnato cinque reti, esattamente come il “Tucu”. Il numero dei gol che gli attaccanti si portano dietro dalla stagione precedente non sono un dato che regala certezze.

È legato al numero delle presenze e anche agli infortuni. In questo senso molti bianconeri hanno dovuto fare i conti con parecchi problemi fisici. Lo stesso Beto non è mai stato al cento per cento, “Deu” ha giocato meno di metà campionato, Brenner ha messo assieme solo otto partite, Semedo ha fatto solo qualche comparsata in serie A (ed è riuscito a colpire un palo a Firenze), idem Pafundi.

Se ci sono due giocatori dai quali è giusto pretendere qualcosa in più in fase di finalizzazione sono Success e Thauvin. Sul nigeriano ci sono correnti di pensiero diametralmente opposte: c’è chi lo esalta per la sua capacità di sfornare assist e dice di non catalogarlo alla voce attaccante (ma anche un centrocampista segna più di lui ...) e chi invece lo boccia per quanto poco vede la porta. Anche a 27 anni si può e si deve migliorare. Sottil stravede per lui, quando ne parla usa addirittura l’aggettivo «straordinario».

Thauvin resta un punto interrogativo. Arrivato a gennaio per sostituire Deulofeu è stato catalogato come “flop” un po’ da tutti. Sembrava destinato a cambiare aria, ma è ancora qui. Il francese, al pari di Deulofeu e Pafundi, oltre che come seconda punta nel 3-5-2 può essere usato come esterno nel 4-2-4 soluzione che Sottil ha usalo lo scorso anno nei finali di gara quando c’era da recuperare un risultato.

Potrebbe restare uno dei due in rosa, non entrambi. Lucca in coppia con Beto sarebbe difficile da proporre. Il giocatore sul quale meno ci si può sbilanciare, per ora, è Brenner; c’è un’estate intera per conoscerlo.




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