Pavone, in 600 per l’addio a Checco: il dolore e il ricordo degli amici
Pavone Canavese
Seicento volti di ogni età da cui sgorgavano lacrime e dolore al funerale, lunedì 17 luglio, nella chiesa parrocchiale del paese, del ventiduenne Francesco Giamblanco morto sabato 8 luglio a seguito di un incidente stradale verificatosi in via Circonvallazione a Pavone, proprio a pochi metri dalla sua abitazione. La chiesa era gremita di persone intervenute per dare l'ultimo saluto a Francesco, giovane molto amato dagli amici e dalla comunità.
Il feretro è entrato in chiesa portato a spalle dagli amici con cui Checco, come amavano chiamarlo i nipotini, aveva trascorso la serata prima del terribile schianto. Molto scossi gli amici, che avevano trascorso la giornata di sabato insieme, passando da un momento di festa, di allegria, di spensieratezza, come solo i giovani sanno fare, ad una tragedia che difficilmente dimenticheranno e che inevitabilmente ha segnato per sempre le loro vite.
In chiesa, il dolore dei genitori, dei fratelli e dei nonni, degli amici e dei conoscenti risuonavano ovunque, trovando conforto nelle toccanti parole del parroco che ha più volte ripetuto «Francesco ha compiuto la missione che gli era stata assegnata, con le sue parole, con la sua presenza, sia con i familiari, sia con gli amici, sia con le persone che ha incontrato, ha portato la giovinezza, la felicità, il sorriso, la grande disponibilità, la gioia e di questo dobbiamo ringraziare il Signore. I compagni di studi, di lavoro che hanno festeggiato i 18 anni lo ricordano, sentono la mancanza della sua presenza, del suo modo di essere, del suo sorriso. Tanti giovani, tanti amici si domandavano in questi giorni, perché, perché è capitato questo. Una risposta bisogna cercarla nella parola di Dio. Francesco cammina accanto a noi, nella nostra vita. Gesù come Francesco è arrivato giovane al momento della morte e si è affidato alla volontà del Padre. Aveva compiuto la sua missione, lasciandoci però un'eredità».
Il parroco ha invitato, inoltre, a riflettere sul fatto che la missione deve essere continuata, in modo particolare dai suoi cari, da coloro che gli hanno voluto bene, portando nel mondo la gentilezza, la disponibilità, tutte le doti che aveva Francesco. Gli amici quasi al termine della messa, con grande commozione, hanno ricordato con affetto, attraverso una lettera letta, i momenti vissuti con l'amico di sempre mettendo in evidenza le sue doti, la sua simpatia, il suo essere amico sincero, buono e leale.
Alla fine della celebrazione, sul sagrato della chiesa, nonostante la giornata assolata e calda, sulle note di una canzone rap, nel cielo si sono alzati tanti palloncini bianchi e neri con messaggi scritti dagli amici, con l'intento di raggiungere il proprio amico, tra applausi, pianti e l'ultimo saluto "Ciao Francesco" pronunciato a gran voce da una folla di ragazzi e ragazze che si abbracciavano per trovare sostegno e coraggio tra di loro.Anastasia Patrelli