Boom di richieste per cure a domicilio Alternativa alle Rsa per gli anziani malati
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Successo del progetto di Ats, domande verso il raddoppio Servizi rivolti a pazienti con demenza e ai non autosufficienti
Donatella Zorzetto / PAVIA
Curati tra le mura domestiche, assistiti come in una casa di riposo, con la differenza, però, che nella Rsa non ci sono mai andati. Sta avendo un boom di richieste il servizio “Rsa aperta”, riproposto da Regione Lombardia attraverso Ats Pavia, per sostenere le famiglie che hanno anziani a casa colpiti da demenza senile o comunque over 75 non autosufficienti. Solo nel primo semestre di quest’anno le domande hanno raggiunto quasi il numero complessivo ottenuto in tutto il 2022. Nel contempo Ats Pavia, con decreto del direttore generale Lorella Cecconami, ha erogato fondi regionali per 1.778.323 euro alle Rsa pavesi che hanno partecipato al progetto, a pagamento dei servizi garantiti agli anziani a domicilio.
Boom di domande di iscrizione
Entrando nel merito, in provincia le strutture erogatrici sono 22, distribuite in distretti: Broni e Casteggio ne contano 5, Voghera 6, Lomellina 6, Alto e Basso Pavese 3, Pavia 2. E il trend di domande presentate da parte delle famiglie con anziani non autosufficienti è in continuo aumento: si è partiti nel 2018 con 485 anziani presi in carico, per proseguire con 731 registrati nel 2019, 729 nel 2020, e i 744 nel 2021. L’anno scorso c’è stato il salto di qualità, che ha portato gli assistiti a 926, e quest’anno promette ancora di più, visto che solo nei primi sei mesi gli anziani seguiti dal servizio “Rsa aperta” sono 829, e quindi entro fine anno potrebbero raddoppiare.
«Il progetto Rsa aperta è innovativo – spiega Cecconami –. Introdotto dal Dgr 856/13 (poi revisionato e confermato dalla Dgr 2942/14), ha fornito negli anni un’ampia serie di interventi a favore di persone affette da demenza e di anziani non autosufficienti, nonché dei loro familiari, servizi erogati dalle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) accreditate del territorio». «La misura ha inteso promuovere, in una logica di prossimità, la flessibilizzazione del sistema di offerta rivolto alla cura delle persone anziane – prosegue Cecconami –, riconoscendo la possibilità di erogare diverse tipologie di servizi, sia al proprio domicilio, sia all’interno delle strutture, consentendo l’accesso anche per poche ore».
Possono accedere al progetto di assistenza persone con demenza, che devono essere in possesso di una certificazione rilasciata da medico specialista geriatra o neurologo delle strutture accreditate/équipe ex U.V.A. ora CDCD; oppure anche anziani non autosufficienti di età pari o superiore a 75 anni, riconosciuti invalidi civili al 100%. In provincia di Pavia le strutture erogatrici sono, appunto, 22.
I servizi offerti
Ma di quali servizi stiamo parlando? Le aree di intervento sono due: la prima è rivolta in via esclusiva a persone colpite da demenza certificata con interventi differenziati in relazione al livello di gravità della malattia, sia per la tipologia, sia per la durata e le modalità di erogazione.
Parliamo di stimolazione cognitiva, stimolazione/mantenimento delle capacità motorie, riabilitazione motoria, igiene personale, ricoveri di sollievo per max 30 giorni annui, consulenza/addestramento al familiare, supporto psicologico al caregiver.
La seconda area di intervento è indirizzata agli anziani di età pari o superiore ai 75 anni non autosufficienti, con prestazioni che possono essere anche di carattere preventivo, diversificati in interventi per il mantenimento delle abilità residue in ambito educativo, psicomotorio, animativo, di arte terapia, danza e musicoterapia, e interventi di consulenza/addestramento alla famiglia per la gestione di problematiche relative agli ambienti abitativi, all’alimentazione e all’igiene personale. —