Minaccia l’infermiera per avere informazioni sulla madre ricoverata: a processo
«Il personale del pronto soccorso è sempre più bersagliato di aggressioni fisiche e verbali. Per questo ho deciso di denunciare quell’episodio. Posso capire quando i familiari se la prendono con noi quando arriviamo in ambulanza per un infarto in corso perché a loro sembra che sia passata un’eternità: ce ne sentiamo dire di tutti i colori ma in quel caso la tensione è comprensibile. Ma quel giorno si superò ogni limite».
A parlare, martedì mattina, in aula, davanti al giudice Laura Contini, un’infermiera del Ca’ Foncello (costituitasi parte civile con l’avvocato Matteo Pin) che fu minacciata dalla figlia di una donna ricoverata per una crisi respiratoria.
Era il periodo natalizio del 2021. La donna, una moglianese di 50 anni (difesa dall’avvocato Giuseppe Basso), era accorsa al pronto soccorso del Ca’ Foncello per la madre che era stata ricoverata in osservazione. Il pronto soccorso, in quel momento, era pieno di gente. La donna chiese all’infermiera che in quel momento era all’accettazione: «Mia madre è in osservazione: mi sa dire come sta?»
L’infermiera, F.S., promise di interessarsi. Ma dopo qualche minuto, quando la donna tornò alla carica per avere informazioni della madre, l’infermiera rispose che non aveva ancora avuto tempo per informarsi. Già in quell’occasione vi fu un acceso scambio di vedute.
Ma due mesi dopo, il 22 febbraio, quando la donna di Mogliano tornò in ospedale perché la madre doveva operarsi, nell’arco di una manciata di minuti, vi fu una doppia minaccia. «Ti ricordi me? Mia mamma è sotto i ferri e ti auguro che le tue bambine piangano al tuo capezzale e che tu crepi», le disse una volta. E poco dopo: «So chi sei... ho già parlato con il direttore sanitario».
Una reazione sproporzionata che l’infermiera ritenne di dover perseguire, querelando la cinquantenne di Mogliano: «Non potevo voltarmi da un’altra parte e fare finta di nulla» - ha detto l’infermiera in aula. «Siamo costantemente bersagliati di minacce e insulti ma quella volta con quelle frasi si superò ogni limite».
A processo, davanti al giudice Contini, si è arrivati dopo l’opposizione a un decreto penale di condanna di una multa di 750 euro in sostituzione della pena di 10 giorni di reclusione. Ma al decreto penale l’imputata s’è opposta. Il capo d’accusa nei suoi confronti è di minacce aggravate perché commesse nei confronti di una persona incaricata di pubblico servizio.
All’udienza di martedì sono state sentite come testimoni anche le colleghe dell’infermiera minacciata. Si torna in aula a fine ottobre.