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Июль
2023

Così i volontari di Legambiente Castiglione scoprono la “Ragnopoli” sul monte Corna

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Ragnopoli, la città dei ragni. L’hanno definita così i volontari di Legambiente del circolo di Castiglione delle Stiviere che hanno trovato, nella frazione Grole del comune morenico, quest’area con molti ragni e, di fatto, un’unica grande tela. La struttura si trova ai piedi del monte Corna, o monte della Croce, famoso in tutta Castiglione delle Stiviere perché, alla sommità, c’era il famoso radar nella Nato. La base è ancora visibile, pur se coperta da sterpaglie; il radar è stato rimosso anni fa, mentre il cartello in varie lingue, che delimita la zona e decreta “attenzione zona militare”, è ancora ben visibile.

Proprio nel corso di un sopralluogo per dei rifiuti abbandonati in zona, i volontari di Legambiente si sono imbattuti in questa area. Si può facilmente raggiungere ai piedi del monte, prendendo via Valle Scura fino all’incrocio con via Ospedale Valle Scura. Qui c’è una santella e un sentiero che, solitamente, quando piove, porta molta ghiaia sulla strada. Se si prende il sentiero, e si prosegue per poche centinaia di metri si arriva all’inizio del bosco.

Guardando tra i due campi che confinano con arbusti, se si osserva bene, nell’ora del tramonto, si può vedere la grande tela. Da fotografare, al calar del sole, è quasi impossibile per via del fatto che il sole acceca, e la tela si mimetizza con la luce. Diversa, invece, la situazione al mattina, poco dopo l’alba.

La grande tela è ben visibile, e si può facilmente fotografare. I volontari di Legambiente che hanno fatto la scoperta spiegano così quanto visto. «Si tratta di una porzione di sentiero di circa 50 metri, delimitato dal bosco su un lato e una siepe di pungitopo sull’altro. Quest’ultima è letteralmente ricoperta da una sorta di lenzuolo di ragnatele, popolato da migliaia di ragni di varie specie: all’esterno si trovano i più piccoli Mangora Acalypha e Linyphia Triangularis, al centro delle loro sottili tele dalle larghe maglie; più all’interno, all’imbocco di ampie e spesse ragnatele a forma di imbuto, si trovano gli esemplari di Ragno dei Labirinti, ordinario e Gracile; più in basso, all’altezza degli insetti saltatori, sono posizionate le Argiope Fasciata, la cui inconfondibile livrea gialla e nera ha valso loro il nome di Ragno Vespa o Ragno Tigre; fra gli alberi, vi sono enormi tele con diametro fino a 1 metro di una specie probabilmente notturna: abbiamo cercato di attirarla sollecitando i fili, ma non siamo riusciti a fotografarla». E provano anche a dare una spiegazione, alla luce di alcune ricerche fatte in questi giorni, del fenomeno. «Normalmente, una tale concentrazione di ragni in un’area così ristretta li porterebbe ad iniziare a divorarsi fra di loro. Se ciò non accade è perché “Ragnopoli” si trova evidentemente su una rotta di passaggio degli insetti volanti che, all’alba o al tramonto, a seconda delle loro abitudini, dal bosco si avventurano verso i campi per nutrirsi, e finiscono invece impietosamente catturati in gran numero dalla trappola tesa loro da un esercito di famelici predatori. La natura non è il mondo perfetto e idilliaco dei film Disney, bensì un luogo spesso spaventoso, crudele e spietato, che grazie alla costante selezione operata dall’ambiente e dal rapporto preda-predatore, trova sempre un suo equilibrio, mutevole e dinamico». Luca Cremonesi




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