L’amore secondo Zecchi: «Un modo per comprendere il senso della nostra vita»
Alla domanda: Cos’è l’amore? chiunque spera di trovare in una risposta l’essenza pura di un palpito, evitando tranelli, stereotipi e foglietti da Baci Perugina.
L’interrogato, però, finirà stritolato dalla consuetudine o si appellerà a qualche intellettuale del passato del quale ricorderà una frase strategica.
A questo punto è meglio affidarsi a un professionista, che sulla bellezza ci lavora da una vita e, si sa, l’amore con “lei” sa flirtare assai bene.
In nome dell’amore”(Mondadori) porta la firma di Stefano Zecchi, professore di estetica, volto televisivo, comunicatore, tante specialità in un narratore del contemporaneo che sa parlare alle platee. L’incontro col pubblico è in programma mercoledì 19, alle 18 al Velarium di Grado per la rassegna “Libri&Autori”, a cura di Giuliana Variola. (In caso di pioggia all’hotel Astoria).
«Non volevo scrivere un trattato di psicologia — spiega Zecchi — come se ne trovano mille, la volontà iniziale è stata quella di soffermarmi con attenzione sulla bellezza, argomento che si affianca all’amore sia dal punto di vista concettuale sia storico. Io, invece, ho cercato di ragionare attraverso la grande letteratura, la filosofia, la mitologia e vorrei che questo libro fosse letto come un dialogo sul modo di comprendere, con l’amore, il senso della vita. Questo spero e mi auguro».
La sensazione è quella di sorvolare una lunghissima storia che comincia dai capricci degli dei, coinvolge i grandi filosofi greci, chiama in causa scrittori e pensatori per tirare, alla fine, una riga sotto ed emettere una sorta di verdetto: «I grandi amori sono sempre infelici. Eppure non smettiamo mai di cercare emozioni intime nonostante l’epilogo sia abbastanza chiaro.
Questo suona come un enorme paradosso esistenziale», sentenzia il professore.
Anche Platone non ha dubbi: «L’amore è identificato nel desiderio, ciò che non si ha, ciò che non c’è, ciò di cui si ha mancanza. Per questo non ci può essere amore felice».
Alcuni esempi di coppie tormentate fornisce il senso della questione: Piramo e Tisbe, Teseo e Arianna, Tristano e Isotta, Paolo e Francesca, Giulietta e Romeo.
E che possiamo dire della passione?
«Spesso è vissuta in forma oppositiva: amore/odio e piacere/dolore. Insomma, dobbiamo per forza rassegnarci?
Il poeta Rimbaud allora suggerì di reinventarlo, l’amore.
Zecchi non è d’accordo: «Non c’è nulla da reinventare», dice, ma di ottimismo nemmeno l’ombra. Qualsiasi pagina sfogli ti imbatti in personaggi chiave dell’umanità e quasi tutti non sembrano proprio favorevoli a un felice canto, semmai ti mettono in guardia sugli effetti collaterali del sentimento più volubile e amato dai poeti.
La sapete la storia della metà perfetta? I giganti scalarono l’Olimpo e Zeus li tagliò a metà affinché fossero più deboli. Questa divisione generò negli umani il desiderio di ricongiungersi. Okay. Prima o poi l’altra metà la troverò, no? È la speranza di chiunque senta la necessità di completarsi. E arriva puntualmente la mazzata: «L’altra metà non è difficile da trovare, è impossibile perché non esiste». Ma noi sappiamo che la vita è più forte delle ipotesi e nulla e nessuno ci impedirà di continuare a cercare.
Agli inizi del secolo scorso ci fu un’impennata di storie di cuore favorite da una canzone e da un film? Anche se in anni diversi. L’avreste mai immaginato?
Zecchi ricorda la famosissima “Parlami d’amore Mariù” del 1932 e “Gli uomini che mascalzoni” di Mario Camerini del 1953. E c’è sempre Vittorio De Sica di mezzo, autore del testo del brano e pure protagonista della pellicola.
Ma i veri cantori d’amore nel cinema furono gli americani con le loro “Love Story” e “I ponti di Madison County”, tanto per citare due cardini irremovibili.
Stefano Zecchi indaga a fondo ed esamina persino il Casanova di Fellini e James Bond, entrambi catalizzatori di eros.
E come un badile sul muso arriva la sentenza di Proust: “L’unico modo per separarsi veramente da una amore è sposarsi”.
«Spesso i miei allievi — racconta Zecchi — mi invitano ai loro matrimoni. Ma regolarmente non ci vado».
Il libro è ricco di definizioni e di rimandi, di frasi cult e di citazioni per sapersi districare ancor meglio nella complessa selva di sentimenti più amata da tutti.