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Июль
2023

Profughi, “difesa” di FdI Veneto. «Cona esperienza fallimentare. L’unica è l’accoglienza diffusa»

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Luca De Carlo, segretario e parlamentare di Fratelli d’Italia oltre che sindaco di Calalzo di Cadore, tre ruoli riuniti in una sola persona. Cosa pensa dell’emergenza legata alle migrazioni?

«Il tema dei migranti è complesso e di certo non può avere uno slogan come risposta, perché con gli slogan non si governa. Detto questo, dal punto di vista politico il Governo italiano è riuscito a far capire ai partner europei che non può essere l’Italia a sobbarcarsi lo sforzo dell’accoglienza di tutti i profughi».

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E dal punto di vista pratico, di ricadute sul territorio, qual è la sua posizione?

«Prima mi faccia dire una cosa. L’Europa ha tempi, diciamo, un po’ particolari. Fatica a partire, quindi a fronte di un problema contingente dà risposte dilazionate nel tempo. In questo lungo lasso di tempo l’Italia si trova costretta ad affrontare il problema delle migrazioni. E la crisi del grano condizionerà ancora di più questo esodo. Dunque quella tracciata da Giorgia Meloni con la visita diplomatica in Tunisia è l’unica strada percorribile».

Qual è, dunque, la sua posizione sull’accoglienza in Veneto?

«Io affronto i problemi con pragmatismo e ho una consapevolezza: il modello Cona ha fallito e dunque non è replicabile. È stata un’esperienza fallimentare, quindi va esclusa dalle possibili alternative. Si deve ragionare sull’accoglienza diffusa, che può voler dire di riunire in un unico edificio 20-30 ospiti, o anche due o tre».

E come si decide quale modello applicare?

«La domanda da porsi è la seguente: chi si ritrova a gestire l’accoglienza diffusa? Sono in grado i sindaci dei piccoli comuni di affrontare questioni come la salute e l’assistenza? Hanno i fondi necessari? Bisogna porsele queste domande e poi bisogna appoggiarsi a enti del terzo settore».

Esternalizzando ancora una volta la gestione dell’accoglienza?

«Sì, ma facendo molta attenzione, perché è labile il confine tra la semplice gestione dell’emergenza e le mire di chi vuole fare business con gli immigrati».

De Carlo, lei è sia un politico che un amministratore. Ci dia la sua ricetta concreta per affrontare questo problema.

«Innanzitutto bisogna snellire le procedure di assegnazione o meno dello status di profugo, con l’espulsione di chi non ha diritto a restare. Più si riduce questo tempo e più si sgravano i territori. In questi giorni la questura di Belluno è stata presa d’assalto da profughi di tutto il nord, proprio per questo motivo. Poi sul piano pratico io credo che si debba trovare un equilibrio tra accoglienza diffusa e mini Cas (centri di accoglienza straordinaria) da 20-30 persone».

Le posizioni sono molto diverse, anche nel centrodestra. Non trova?

«La questione è complessa ma ho visto prese di posizioni davvero vergognose di gente del centrodestra. A queste persone chiederei: non sei forse anche tu un esponente del Governo di centrodestra?».

A chi si riferisce?

«A Gianantonio Da Re, che dice: è colpa del Governo Meloni. Gli chiederei: non sei anche tu, con il tuo partito, nel Governo Meloni?».

Cosa pensa delle barricate innalzate da certi sindaci?

«Io penso che molti non accolgono perché non sono nelle condizioni di accogliere. Esistono aree della costa veneta, come pure della montagna, dove non ci sono spazi per migranti. Poi capisco i sindaci che si lamentano per i migranti lasciati sugli scalini dei municipi. Non sempre si riesce a gestire situazioni simili».

A Calalzo di Cadore come la gestirà?

«Ho già detto al prefetto che non ho disponibilità di alloggi. Poi se qualche realtà del terzo settore individua posti e qualcuno si dice disponibile a prendere uno o due profughi veri, non saranno quelli a mettere in difficoltà il Comune di Calalzo. Il paese confinante con il mio accoglie ma in piena stagione turistica è difficile trovare alloggi disponibili».

Cosa pensa delle differenze di visione in casa Lega?

«Ci può stare, perché ognuno parte da presupposti che coincidono con il proprio vissuto. Mario Conte ha la caserma Serena che gli ha dato problemi di gestione. Zaia, dopo aver vissuto Cona e Bagnoli di Sopra, sa che dove ci sono grandi concentrazioni possono sorgere grandi problemi. Sanno che diffusa o meno che sia, l’accoglienza deve essere gestita. Ancora una volta, abbandonare la gente sugli scalini dei municipi, non mi sembra una strada percorribile».




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