WTA: nelle ultime otto stagioni ben 16 nuove vincitrici Slam. Ma forse si volta pagina…-
In un suo tweet Christopher Clarey, una delle massime autorità del giornalismo tennistico, di cui racconta sul “New York Times” e sull’”International Herald Tribune”, evidenzia come nelle ultime otto stagioni ben sedici tenniste abbiano vinto il loro primo titolo del Grande Slam. I sedici nomi sono: Kerber, Muguruza, Ostapenko, Stephens, Wozniacki, Halep, Osaka, Barty, Andreescu, Kenin, Swiatek, Krejcikova, Raducanu, Rybakina, Sabalenka e Vondrousova. Negli otto anni precedenti, ovvero dal 2008 al 2015 considerato per intero (nel 2023 manca ancora lo US Open) questo numero si dimezza e comprende Kvitova, Bartoli, Stosur, Pennetta, Azarenka, Li Na, Ivanovic e Schiavone.
Ovviamente la grande discriminante tra i due periodi risiede nel numero di successi conseguiti da Serena Williams. Nel primo periodo la campionessa del Michigan si impose per 13 volte: quattro volte ciascuna a Wimbledon e New York, tre volte a Melbourne e due volte a Parigi. Nel periodo dove vediamo una maggiore deregulation Serena alza al cielo solo due volte un trofeo: nel 2016 a Londra e l’anno seguente in Australia. È interessante notare come apparentemente, se operiamo un focus sugli ultimi quattro anni, ossia dal 2020 in avanti, la tendenza delle ultime 8 stagioni trovi conferma. Nel sottoperiodo citato i nomi diventano sette, ma oltre all’edizione 2023 dello US ancora da disputare dobbiamo scartare l’edizione 2020 di Wimbledon, annullata per la pandemia da Covid.
Le sette vincitrici sono Swiatek, Krejcikova, Rybakina, Kenin, Raducanu, Sabalenka e Vondrusova. Due fattori, entrambi ipotetici ma legati a risultati acquisiti dalle giocatrici, potrebbero indicarci un ritorno a scenari più vicini all’inizio dello scorso decennio. Innanzitutto, il ritiro prematuro dell’australiana Ashleigh Barty nel 2022, che ha naturalmente accresciuto le chance di vittoria altrui in tutti e quattro i tornei. La sua uscita di scena in questo senso ricorda l’analogo avvenimento che coinvolse la belga Justine Henin proprio nel 2008, che vide soprattutto Parigi perdere la sua naturale favorita.
La sua assenza ha reso sicuramente più semplice alle nuove leve la strada al primo titolo. Il secondo fattore, più importante perché, diversamente dal primo, abbraccia tutto il quadriennio è certo la persistenza al vertice di Iga Swiatek. La continuità di risultati, unità inoltre alla crescita lineare di Aryna Sabalenka e alle conferme anche nei master 1000 di Elena Rybakina, lascia intravedere spiragli di una nascente nobiltà in grado di segnare i prossimi anni al vertice del movimento. In attesa di capire cosa vorrà fare da grande Marketa Vondrousova.