Vigevano dedica una mostra alla Roggia Mora: una storia antica lunga 60 km per turisti slow
Sessanta chilometri di gorgoglii, tuffi, scorrimenti placidi, attraverso vigne, campi e risaie, riflettendo sulle sue acque mulini e monumenti incontrati lungo il cammino. Il viaggio della Roggia Mora, da Prato Sesia a Vigevano, è il racconto di un paesaggio che cambia tutto da scoprire.
Le celebrazioni in onore di Ludovico il Moro, nel 2022, hanno aperto la strada a una riscoperta della storia rinascimentale della città ducale.
E ora Vigevano raccoglie l’eredità del Moro provando a trasformarla in un tesoro comune, «da valorizzare e condividere in un percorso culturale e turistico».
Un viaggio per immagini
Nasce con questa idea anche la mostra che sabato, a partire dalle 21, aprirà al pubblico nella Sala del Duca del castello Sforzesco. Roggia Mora. Ludovico il Moro: luoghi e paesaggi propone un percorso di immagini e suoni, a cura di Pier Luigi Muggiati, responsabile Archivio Storico di Vigevano. Alle 21.45 è prevista una visita alla mostra e al percorso multisensoriale realizzato nella seconda Scuderia. La serata è a ingresso libero fino ad esaurimento posti. L’accesso al Castello di Vigevano è dallo scalone di Piazza Ducale, sotto la Torre del Bramante.
Roggia Mora è un sistema di canalizzazione idrica artificiale che si sviluppa tra Piemonte e Lombardia. L’origine è molto antica: il primo tratto, denominato roggia Nuova fu realizzato nel XII secolo. Ha assunto l’attuale denominazione alla fine del XV secolo quando Ludovico il Moro estese il corso fino a Vigevano. «L’obbiettivo del duca era quello di portare acqua alle terre attraversate ma soprattutto alla Sforzesca – anticipa Muggiati – Nel territorio di Vigevano la roggia passa all’esterno della città, lambisce il Mulino, arriva alla Sforzesca e si disperde in tanti rivoli nelle risaie».
Invito per turisti slow
La mostra non nasconde un’idea sottesa: quella di essere anche un elemento propulsore per il turista slow che, magari pedalando, scende lungo il corso della roggia e arriva a Vigevano. «E’ un invito a percorrere un itinerario fisico attraverso questa via privilegiata per la conoscenza del territorio, un’occasione unica per una lettura affascinante della storia, delle acque e dell’evoluzione del paesaggio» spiega Muggiati.
Le fotografie sono state realizzate da Mario Balossini, Maria Cristina Barbé, Massimo Forni, Peppino Leonetti, Roberto Mazzetta, Paola Moriggi, Giuseppe Perretta, Domenico Presti, Silvana Trevisio, Cristiano Vassalli. Si ringrazia per la collaborazione la Società Fotografica Novarese e l’Associazione Culturale Città Ideale – Mulino di Mora Bassa. E la mostra è organizzata è organizzata dal Comune di Vigevano in collaborazione con la Città di Novara, la Fondazione Castello di Novara, l’Associazione Irrigazione Est Sesia e il Centro Ricerche per l’Ecologia Acustica CREA. Sarà aperta al pubblico, a ingresso gratuito, dal 23 luglio al 17 settembre: dal martedì al venerdì dalle 15 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 18.30; lunedì chiuso. Per informazioni: tel. 0381 691636.
- I suoni dell’acqua da ascoltare raccolti dal Centro di ecologia acustica
La mostra è un racconto multisensoriale fatto di immagini e suoni, realizzata in collaborazione con il Centro Ricerche per l’Ecologia Acustica di Vigevano che ha mappato i suoni della roggia nel tratto semi-cittadino ma anche quelli che il corso d’acqua, se fosse un essere vivente, capterebbe: traffico, voci, canto di uccelli, treni. Lungo il percorso della mostra sono stati installati totem con un QR code che, inquadrati con lo smartphone, rimandano i suoni. «Ci occupiamo di ecologia acustica – spiega Andrea Taroppi del Crea – e consideriamo il paesaggio sonoro un elemento caratterizzante dell’identità culturale e sociale di un territorio ed indice della qualità della vita». —