Nato a Fonzaso, dal 1968 a Roma: Egidio Furlin compie 105 anni
la storia
Una giornata davvero speciale i Bellunesi di Roma che oggi festeggiano i 105 anni di Egidio Furlin, fonzasino d’origine, che dal 1968 vive nella capitale. Una vita complicata, resa dura dalla guerra e dall’emigrazione che l’ha portato in giro per l’Italia e all’estero senza impedirgli di costruirsi una bella famiglia e una carriera da artigiano di qualità.
Nato nel 1918 a Fonzaso, Egidio frequenta le scuole elementari fino alla quinta. Come molti altri suoi coetanei, fin da giovane impara il mestiere di falegname. È ancora un ragazzo quando gli viene offerta la possibilità di lavorare nelle miniere di pirite a Gavorrano, in provincia di Grosseto. Di quel periodo ricorda che dovevano scendere per oltre 150 sotto terra. «Io non scavavo, non avevo la forza, ma conducevo il mulo per portare il materiale estratto ai carrelli di risalita».
Dopo due anni riceve la cartolina di precetto e si reca ad Aviano, arruolato nell’aeronautica militare e assegnato in Sicilia. «Un giorno il Comandante chiese dieci volontari per partire per l’Albania. Alzai la mano e in pochi giorni partimmo». Nella sede dell’aeroporto di Durazzo era necessaria una radicale e profonda manutenzione, anche per la residenza del Comandante, e l’aviere Furlin viene incaricato di sovrintendere ai lavori. «Rimpatriato dopo due anni a Porto Santo Stefano, dopo l’armistizio sono fuggito a casa, dove ho lavorato per due anni».
Finita la guerra, a seguito del Protocollo italo-belga del giugno 1946, il Belgio è alla ricerca di minatori italiani ed Egidio parte. «Sono rimasto quattro anni semiclandestino, non volevo scendere in miniera e così facevo lavori vari, fino a quando mi hanno messo completamente in regola. Avevo molto lavoro e guadagnavo bene. Nel frattempo mia figlia aveva compiuto quattordici anni e la moglie insisteva per ritornare a Roma, da dov’era partita».
A Roma Egidio e la famiglia arrivano nel 1968. «Abbiamo affittato un appartamento. Io lavoravo in una falegnameria. Dopo circa un anno ho iniziato a lavorare per conto mio, realizzando in particolare porte blindate e finestre. Avevo tanti clienti, e con i discreti ricavi ho comprato l’appartamento». E così sono trascorsi gli anni. La moglie di Egidio, Maria Bazzocco (classe 1922), se ne è andata nel 2019, all’età di 97 anni.
«In casa mia – ricorda Egidio – ho mantenuto un laboratorio dove ogni tanto costruisco sgabelli di legno da regalare agli amici. Mi sento bene, solo l’udito non è ottimale. Il mattino scendo in strada per fare due passi e comperare il giornale, che leggo senza occhiali».