Gioco d’azzardo nell’Isontino: bruciati in un anno 147 milioni di euro
GORIZIA. Diminuisce il numero di slot-machine, ma nell’Isontino i volumi di denaro giocato continuano a crescere. Lo scorso anno tra macchinette e Gratta e vinci, nell’ex provincia di Gorizia sono stati bruciati 147 milioni di euro.
A tutela delle categoria fragili, per una legge regionale del 2017, tutti i punti gioco contenenti dispositivi per il gioco d’azzardo che si trovano a meno di 500 metri da luoghi sensibili come scuole e chiese dovranno dismettere gli apparecchi entro il 31 dicembre 2024. Ciò significa che un bar con una o più slot-machine posizionato vicino a un istituto scolastico, un luogo di culto o una struttura sanitaria, tanto per far degli esempi, dovrà rinunciare alla gestione di questi dispositivi e, ovviamente, subirà una penalizzazione nei ricavi. Ma, a tal proposito, da settembre partirà un bando regionale rivolto ai Comuni affinché i minori introiti dei punti gioco trovino in qualche modo una forma di compensazione.
Il giro d’affari è importante. Più nel dettaglio, nell’ex provincia di Gorizia, i punti gioco erano 158 nel 2020, scesi a 145 nel 2021 e crollati a 134 nel 2022. Le slot-machine erano 702 nel 2020, 677 nel 2021 e 668 nel 2022. Una riduzione, c’è dunque già stata, tuttavia, i soldi che questi dispositivi incamerano sono in netto aumento anche se nel 2021 è stata registrata una flessione. Dai 34,19 milioni di euro del 2020 si è scivolati ai 31,85 del 2021. Nel 2022, invece, sono stati incamerati 53,07 milioni di euro. La flessione delle giocate tra il 2020 e il 2021 si spiega molto facilmente: durante il lockdown, l’utilizzo delle slot era stato bloccato, anche in periodi superiori rispetto a quelli della chiusura dei pubblici esercizi. Se, nella provincia di Gorizia, alla raccolta delle slot-machine uniamo poi quella del cosiddetto “gioco fisico” (rappresentato per esempio dai “Gratta e vinci”) i numeri si fanno ancor più impressionanti: 93,95 milioni di euro nel 2020, 108,30 nel 2021 e 147,01 nel 2022.
La tendenza, appunto, è di una crescita assai marcata, visto che da gennaio ad aprile 2023 le slot hanno introitato già 17,85 milioni di euro. È sufficiente poi una semplice divisione per capire che, nel 2022, ogni macchinetta dell’Isontino ha incassato, in media, circa 80 mila euro (fermo restando che, naturalmente, si tratta di importi lordi: qualche giocatore avrà pur sempre ottenuto una vincita).
Per molti titolari dei punti gioco, si tratta allora di guadagni non trascurabili, che rischierebbero però di venir meno dal dicembre 2024. Ecco quindi il bando regionale arriva in loro soccorso. Chi gestisce un punto gioco potrà allora ideare un progetto su come sostituire le slot-machine. Sempre per far degli esempi, «un esercente potrebbe ospitare nei propri ambienti dispositivi per il sistema pagoPA, oppure occuparsi della distribuzione di sacchetti per la raccolta differenziata», afferma Cristina Meneguzzi, la dipendente della Regione, che, in un incontro nell’ex palazzo della Provincia, si è soffermata sui contenuti del bando. «In ogni caso - continua Meneguzzi -, i titolari dei punti gioco potranno parlare di questi progetti al Comune di riferimento o alla Regione, attraverso la mia mail: cristina.meneguzzi@regione.fvg.it. Sarà poi l’università di Udine a occuparsi della scrittura dei progetti stessi e della stesura del business plan relativo, mentre i Comuni invieranno le pratiche alla Regione, la quale, dopo una valutazione ad hoc, avrà il compito di finanziarli. Il budget totale del bando è di 300 mila euro».
L’obbligo di legge, in altre parole, finirebbe inevitabilmente per penalizzare gli esercenti. «Si tratta quindi - conclude Cristina Meneguzzi - di trasformare questa imposizione in una opportunità imprenditoriale che possa delineare da un lato l’opportunità per gli esercenti di rinnovare il proprio modello di business, dall’altro un percorso virtuoso in termini di salute pubblica. Ciò considerando che il problema del gioco d’azzardo patologico coinvolge in regione circa 6 mila famiglie».