Salario minimo, Gomez a Mulè: “Non avete più tempo. Ci sono famiglie che muoiono di fame, è un problema di giustizia sociale”. Su La7
“Il punto è che non avete più tempo. Questi 3 milioni e mezzo di lavoratori che guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora, si portano a casa circa 900 euro lordi al mese, che, con l’inflazione attuale al 10%, sono di fatto 780 euro netti. Questo ha conseguenze sul piano della giustizia sociale, perché parliamo di famiglie che muoiono di fame o quasi. Ma anche sul piano dell’economia, perché questi non sono consumatori“. Così a In Onda Estate (La7) Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it e di Fq Millennium, replica al deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, che nel corso della trasmissione ha annunciato la nuova proposta di legge presentata ieri alla Camera da Antonio Tajani come alternativa a quella delle opposizioni sul salario minimo.
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Gomez fa notare al parlamentare il ritardo con cui la maggioranza sta affrontando il problema e aggiunge: “Credo che Giorgia Meloni cambierà idea sul salario minimo perché tra poco ci saranno le elezioni europee e sa di non poterle affrontare con una campagna delle opposizioni del tipo ‘Tu stai affamando i poveri’. Quindi, secondo me, una soluzione la troverà”.
Il direttore del Fatto online si sofferma poi sulle stime di crescita dell’Italia, la cui performance, secondo il Fondo Monetario Internazionale, quest’anno sarà migliore di quella della Germania, della Francia e della media dell’area Euro. “C’è però un retro-pensiero che circola a riguardo – osserva Gomez – E cioè che i risultati indubbiamente buoni che stiamo ottenendo nell’economia siano dovuti al fatto che abbiamo un costo del lavoro molto più basso rispetto a quelli degli altri paesi europei“.
E cita la brochure distribuita dal governo Renzi nel settembre del 2016 agli imprenditori internazionali durante la presentazione Industria 4.0, il piano nazionale per rilanciare gli investimenti e le imprese italiane. Nella guida, con tanto di introduzione vergata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico dell’epoca, Ivan Scalfarotto, campeggiava il seguente testo: “Benvenuti in Italia, il Paese giusto per fare investimenti. Un ingegnere in Italia guadagna mediamente in un anno 38.500 euro, mentre in altri Paesi lo stesso profilo ha una retribuzione media di 48.500 euro l’anno. (…) I costi del lavoro in Italia sono ben al di sotto dei competitor come Francia e Germania. Inoltre, la crescita del costo del lavoro nell’ultimo triennio (2012-14) è la più bassa rispetto a quelle registrate nell’Eurozona (+1,2% contro +1,7)”.
Gomez analizza infine il problema dei lavori stagionali: “Qui, in realtà, dovremmo discutere del modello di paese che vogliamo. Sono, ad esempio, felice che il turismo in Italia vada bene. Ma ricordo che un lavoratore stagionale qui guadagna alla fine della stagione circa 4mila euro, oltretutto senza giorni di riposo e con contratti che per il 50% sono in nero, come abbiamo dimostrato con tante inchieste sul campo. E allora chiedo – conclude – perché in Spagna, dove il turismo va ugualmente bene, le leggi sul lavoro vengono applicate e rispettate? Perché in Italia pensiamo di poter continuare a basare una parte rilevante della nostra economia sul nero e sull’irregolarità?”.
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