Morì in cantiere dopo un volo di 17 metri:  14 a processo assieme a quattro società

Sinisa Brankovic, 40 anni, nel 2017 precipitò da un’apertura nel soppalco all’interno dell’Edificio 42. Per la responsabilità amministrativa Fincantieri, Fincantieri S.I., le appaltatrici Gavazzi Impianti e A.B.L.

MONFALCONE Sono 14 gli imputati, assieme alle società Fincantieri Spa, Fincantieri S.I. Spa, la ditta appaltatrice Carlo Gavazzi Impianti Spa (sede legale Milano) e la subappaltatrice A.B.L. Srl (sede legale Calusco d’Adda - Bergamo), nel processo per omicidio colposo, in relazione all’infortunio nel quale aveva perso la vita il 40enne Sinisa Brankovic, di origini bosniache, supervisore dell’impresa specializzata A.B.L., all’interno dello stabilimento navale di Panzano. L’intervento allora in corso, nel 2017, riguardava la realizzazione dell’Edificio 42, un capannone ad uso industriale per l’impianto di verniciatura e sabbiatura. All’epoca, si trattava di attivare almeno due capannette per questa tipologia di attività per impellenti esigenze produttive. Era la mattina del 2 marzo. L’uomo, che assieme ad alcuni colleghi stava operando in quota all’interno dell’Edificio 42, nella zona del sottotetto della struttura in costruzione, era precipitato da un’altezza di 17,5 metri. La squadra operai di A.B.L. era entrata nella capannetta numero 2, per procedere a montare i canali di mandata aria sulla parete destra, utilizzando le piattaforme elevatrici. Ad un certo punto Brankovic si era allontanato dai colleghi ed era salito su un soppalco metallico in grigliato, per ultimare, secondo quanto ha ipotizzato la Procura, il collegamento di una canalizzazione orizzontale, posta proprio al di sopra rispetto al punto di lavoro degli altri operai. Sul piano grigliato si trovavano materiali in deposito e attrezzatura da lavoro ed il bosniaco si stava apprestando ad ultimare il tratto del canale in questione, quando, non accorgendosi di un’apertura sull’impalcato, per l’assenza di un pannello, era caduto precipitando a terra. Il decesso era stato immediato, a causa delle gravissime lesioni riportate. Il processo davanti al giudice monocratico Caterina Caputo è iniziato con le prime udienze. Tra le questioni preliminari, le eccezioni sollevate dalle difese in ordine alla richiesta di esclusione della parte civile Fiom-Cgil, rappresentata dagli avvocati Manuela Tortora e Sara Carisi. Eccezioni rigettate dal giudice Caputo ammettendo il sindacato che tra le proprie disposizioni statutarie ha proprio la tutela della salute dei lavoratori come finalità primaria e specifica. Le accuse contestate a vario titolo fanno riferimento alla violazione delle norme contenute nel Testo unico sulla sicurezza sul lavoro (Tuls), disciplinato dalla decreto legislativo 81 del 2008, in particolare l’articolo 146 sulle misure da adottare per le aperture dei solai o nelle piattaforme di lavoro.

Chiamati a rispondere in cooperazione del reato di omicidio colposo sono i referenti della sicurezza, nonché le posizioni di vertice o di direzione delle società, rientranti nel processo quali persone giuridiche, ai fini della responsabilità amministrativa. Gli imputati sono l’allora direttore dello stabilimento di Panzano, Roberto Olivari, 64 anni, Federico Maritan, 49, Venezia, responsabile dei lavori, dello studio Ingegneria Vega Engineering, nominato da Fincantieri Spa, Marco Fortezza, 53, Udine, project manager per conto di Fincantieri, responsabile del progetto di costruzione dell’Edificio 42, Andrea Claudio Gemme, 75, Usmate Velate (Monza Brianza), legale rappresentante di Fincantieri S. I. Spa, Vincenzo Comparato, 51, Palma di Montechiaro (Agrigento), ingegnere della Carlo Giavazzi Impianti Spa in distacco presso Fincantieri S. I. Spa, quindi, per la Carlo Giavazzi Impianti Spa, Giuseppe Ampollini, 75, San Donato Milanese, presidente del Consiglio di amministrazione della società, Mauro Talamona, 60, Caldogno (Venezia), direttore generale e “datore di lavoro” designato, Marco Porta, 57, Busto Garolfo (Milano), delegato per la sicurezza/ambiente, Francesco Cazzagon, 62, Venezia, coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, Francesco D’Urso, 58, Brugherio (Monza Brianza), preposto alla sicurezza; e ancora, Paolo Migliorini, 59, Pontassieve (Firenze), direttore dei lavori dell’opera, nonché Rita Giuditta Lauria, 41, Rossano (Cosenza), consulente per il coordinamento della sicurezza e la dipendente delegata Costanza Poli, 38, Villorba (Treviso). Infine, Claudia Longoni, 49, della provincia di Bergamo, amministratore unico di A.B.L. Srl. Al centro del procedimento sono quindi gli aspetti attinenti alla sicurezza nella realizzazione dell’Edificio 42, considerando le operazioni in quota e l’allestimento del cantiere con misure e precauzioni volte ad eliminare il pericolo di caduta dall’alto, compresi i dispositivi di protezione individuale.