La procura prova da un anno a sequestrate la discarica di Pogliani: triplice no di Gip, Riesame e Cassazione
CHIVASSO. È un anno che la procura di Ivrea prova a sequestrare i tre siti della discarica, ormai in fase post mortem, di Pogliani (frazione a metà tra Chivasso e Montanaro) gestita da Sgra srl (prima del concordato da Smc), senza successo. Si apprende da una sentenza di Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso della pm Valentina Bossi. Secondo i supremi giudici i magistrati eporediesi non hanno titolo per presentare ricorso, che spetta ai colleghi di Torino. Nel merito il sequestro era stato negato dal Riesame il 5 dicembre 2022, dopo il no del gip di Ivrea del 26 luglio 2022.
Ma perché la pm voleva sequestrare quei tre siti? Aveva contestato, si apprende dalla sentenza, l’inquinamento ambientale per il deterioramento della falda acquifera e per la possibile migrazione del biogas, oltre alla mancanza dell’autorizzazione ambientale integrata. Per quanto riguarda l’autorizzazione, riporta la Cassazione, il Riesame ha considerato quella violazione solo formale. E invece per quanto riguarda l’inquinamento ambientale, il Riesame, pur sottolineando alcuni ritardi nella rimozione del percolato rispetto al cronoprogramma, ritiene che comunque non sarebbe possibile stabilire, senza una perizia, il deterioramento della falda, nonostante sia inquinata da continui trafilamenti.
L’indagine resta comunque in piedi, per il momento, e origina da sei fascicoli diversi. Spiega Andrea Castelnuovo, avvocato del Comune di Chivasso: «Non abbiamo partecipato, non avendo un ruolo processuale fintanto che non ci sia il rinvio a giudizio di qualche imputato e quindi la possibilità di costituirsi parte civile, a tutta questa procedura della quale abbiamo saputo solo ora. È fuor di dubbio che l’iniziativa del pubblico ministero di sottoporre a sequestro l’area fosse opportuna, al netto delle questioni processuali alle quali non ci si può che rimettere».
L’avvocata Perla Sciretti, invece, difende cinque dei sei indagati di Sgra. «Si evidenzia – scrive – come la richiesta di sequestro del pm di Ivrea sia stata sviluppata con riferimento ad un contesto riferito a diversi anni, nonché come l’attuale gestione mostri una condizione operativa diversa, sulla base della quale appunto la richiesta di sequestro veniva respinta. La società ha documentato al Riesame e al pm l’articolato sviluppo dell’attività sul sito, così come lo stato della interlocuzione con le competenti autorità amministrative. La società ha continuato regolarmente ad esercitare l’attività di post chiusura e gestione del sito ed a fornire ogni aggiornamento sulle attività ambientali in corso ai competenti enti territoriali, i quali hanno a loro volta notiziato la procura circa la procedura di messa in sicurezza permanente e la conferenza dei servizi relativa alla regolamentazione dell’estrazione del biogas. La società confida che le due procedure possano in tempi brevi concludersi con l’accoglimento delle dettagliate proposte operative formulate, che garantiscono un’alta soglia di tutela del territorio»