Guardia medica nel mirino a Pieve di Soligo: gomme tagliate alla dottoressa
Entrambi li pneumatici anteriori tagliati, mentre l’auto era posteggiata nel parcheggio del distretto sanitario dove stava prestando servizio notturno di guardia medica.
Vittima del grave atto di vandalismo è la dottoressa Svitlana Lapshyna, quarantaduenne in servizio per l’Ulss 2 anche al pronto soccorso di Conegliano.
Terminato il turno alle 8 ieri mattina, è salita nella sua Peugeot per tornare a casa. «Non mi ero accorta, ma quando ho preso la macchina non andava e visto che le gomme davanti erano giù, è stato anche pericoloso e mi sono subito fermata», racconta il medico. Ha fatto pochi metri dalla sede di via Lubin, gli pneumatici erano a terra.
Durante la nottata non si erano verificati casi particolari.
L’unico possibile sospetto quando durante la serata aveva ricevuto una chiamata, ma nessuno dall’altra parte del telefono le rispondeva e poi hanno messo giù.
«Ho ricevuto una telefonata strana, nel senso che non mi rispondevano, non mi sentivano o forse volevano accertarsi che fossi di turno», ripensa la dottoressa Lapshyna. Chi possa essere l’artefice del gesto intimidatorio rimane un mistero. Verrà presentata una denuncia contro ignoti, alle forze dell’ordine il compito di individuare autore e movente.
«Diversi mesi fa avevo avuto un litigio con una famiglia perché non avevano portato prima un bambino che stava male – ricorda la dottoressa – ma è passato tanto tempo, non ho sospetti, non so darmi una spiegazione».
Si erano già verificati atti vandalici a danni di vetture delle guardie mediche a Pieve, c’era chi si era trovato l’auto rigata.
Lo scorso 30 marzo un altro episodio, quando il dottor Emanuele Del Favero era stato minacciato e aggredito da un paziente, che si era alterato perché non aveva voluto dargli un farmaco senza prescrizione.
«Ti taglio la gola», gli aveva detto un giovane di origini marocchine. Rimane il problema del turno “solitario” di guardia medica a Pieve, che vede presente un solo operatore per la carenza di personale.
I professionisti si trovano a gestire anche situazioni complesse.
«A me è accaduto che si erano presentati in tre dopo che avevano fatto una baruffa al bar. Si erano feriti con il coltello, non erano andati in pronto soccorso perché avevano paura che intervenissero i carabinieri», racconta la dottoressa Lapshyna, di origini ucraine, da una dozzina d’anni in Italia, che si sta specializzando per diventare medico di base.
«Io avevo lavorato in guardia medica a Conegliano, lì giustamente si è in due e si lavora meglio. Stando da soli non si può visitare e rispondere a telefonate, facciamo anche servizio di pediatria. E poi c’è da avere paura».
Sul caso interviene il sindacato Snami, che esprime solidarietà alla collega, e sollecita provvedimenti per aumentare la sicurezza nel servizio di guardia medica a Pieve di Soligo.
«Non è il primo episodio, ve ne sono stati altri – spiega il segretario regionale Salvatore Cauchi –. Le dottoresse non possono rimanere da sole, è previsto il doppio medico, è una sede insicura così soprattutto per le colleghe».
Il sindacato si appella all’Ulss 2. «In altre sedi c’è la medicina generale a coprire i turni, ma a Pieve non viene esteso – aggiunge il segretario Cauchi –. Le richiesta è raddoppiare i colleghi nel turno, renderla sicura attraverso personale di vigilanza privato e dotarla di un sistema d’allarme diretto con forze dell’ordine. Altrimenti si chiuda la sede. Un problema analogo c’è con il distretto di Vazzola».