Casa di riposo di Forno, ora si cercano investitori

FORNO CANAVESE

Cercansi compratori per l’ex casa di riposo Alice. Il sogno nel cassetto per tanti fornesi è quello di poter un giorno riaprire la struttura che da qualche settimana è tornata a rianimarsi per l’arrivo in paese di 52 profughi, di cui 7 nuclei familiari, provenienti da diversi Paesi africani.

Per sanare i debiti pregressi della vecchia Rsa, di proprietà della parrocchia, attualmente data in gestione alla cooperativa Sanitalia, occorrono 600mila euro e almeno 2 milioni di euro per eventuali lavori di restyling. L’incontro pubblico organizzato dall’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Alessandro Gaudio, nella serata di lunedì 24 luglio nei locali dell’ex area Obert per fare luce sulla situazione, nel quale per la prima volta si è assistito al faccia a faccia tra la parrocchia, la cooperativa e la popolazione, ha fatto registrare il tutto esaurito e non sono mancati momenti di confronto serrato. Numerosi fornesi, più che puntare il dito contro la presenza dei migranti, anche se sono comunque state lamentate criticità legate agli schiamazzi notturni e alla sensazione di insicurezza che si respira in paese, hanno attaccato don Claudio Baima Rughet, legale rappresentante della parrocchia, circa la gestione della Casa di riposo. Il dissesto finanziario, come ha confermato lo stesso sacerdote, ha costretto la parrocchia a cedere l’immobile alla cooperativa Sanitalia, con la quale si è indebitata per circa 650mila euro nell’ultimo periodo di gestione dell’ormai ex Rsa, che ha chiuso i battenti nel 2020 per il Covid, e l’atto di vendita al momento non è stato formalizzato. A mancare è stato un confronto franco con la cittadinanza per un’istituzione alla quale i fornesi sono particolarmente legati. Inoltre, occorre sottolineare che, nonostante l’invito, nessuno dei componenti dei vari Consigli di amministrazione della casa di riposo che si sono succeduti negli anni ha presenziato all’incontro di lunedì sera.

La cooperativa, per non lasciare vuota la struttura, ha risposto positivamente all’appello della Prefettura e ha attivato un progetto di accoglienza migranti. Per ciascun ospite, la cooperativa riceve 25,50 euro al giorno, utilizzati per le spese di utenze, viveri, personale e manutenzione ordinaria, mentre ai migranti vengono assegnati 2,50 euro giornalieri, oltre a vitto ed alloggio. «Finalmente sono state spiegate alla popolazione le motivazioni che hanno portato al dissesto finanziario della Casa di riposo Alice- afferma il sindaco-. Questo confronto andava fatto 5 anni fa, prima che la parrocchia cedesse la gestione alla cooperativa. Il Comune non ha voce in capitolo, siamo stati accusati di aver speso 110mila euro per l’acquisizione del mulino Val e di non aver acquisito la casa di riposo. Tale operazione, però, avrebbe comportato una spesa di 3 milioni di euro, che significava portare il Comune al default, senza tener conto, poi, che non è una finalità dell’ente comunale quella di gestire una casa di riposo. Spero che i cittadini abbiano capito qual è la reale situazione. Se si troveranno degli investitori, siamo pronti a dare le necessarie autorizzazioni». A fine serata è emersa la disponibilità di alcuni fornesi a cercare nuovi investitori per tentare un salvataggio in extremis della Alice. Ma i tempi stringono e le cifre da raggranellare non sono indifferenti.chiara cortese