Wärtsilä, Toti: «Fra Genova e Trieste sinergia di competenze per un progetto industriale che guarda al futuro»
TRIESTE. Vista da Genova, la lettera che Ansaldo Energia ha firmato assieme a Mitsubishi per manifestare a Wärtsilä il proprio interesse allo stabilimento di Bagnoli della Rosandra - dove l’idea è creare un comprensorio dedicato alla realizzazione di elettrolizzatori e turbine capaci di usare l’idrogeno per produrre energia - è un passo che «denota la vitalità, la capacità imprenditoriale e anche la lungimiranza di una azienda», appunto la controllata da Cassa Depositi e Prestiti, «che è parte della storia industriale della Liguria e che solo qualche mese fa ha passato momenti di grande difficoltà e conflittualità sindacale legata alla ricapitalizzazione da parte di Cdp e allo sviluppo industriale». Il presidente della Liguria Giovanni Toti si dice «molto contento» del passo fatto con Trieste nella direzione - se tutto andrà per il verso giusto - di una «sinergia di aziende che hanno entrambe dei know-how importanti».
Presidente Toti, che operazione è quella di Mitsubishi con Ansaldo Energia su Wärtsilä?
Dal punto di vista industriale sono loro che dovranno spiegare dettagli e risvolti. Per quanto mi riguarda, direi che questa è la migliore risposta a chi dubitava delle possibilità di una azienda come Ansaldo di riconquistarsi un ruolo centrale nel mercato, di sapersi traghettare verso il futuro dalle turbine tradizionalmente intese a gas alle nuove tecnologie.
Ne ha parlato con il presidente Fedriga?
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Sì, qualche tempo fa, all’inizio del percorso; poi abbiamo lasciato che gli industriali dialogassero fra loro. Ma è evidente che c’è reciproca soddisfazione: Fvg e Liguria hanno una lunga storia di collaborazione industriale, basti pensare ai cantieri di Sestri Ponente, di Riva Trigoso, del Muggiano di Fincantieri, che ha uno stabilimento importante anche a Monfalcone. È una storia di collaborazione industriale molto rilevante, oltre a unificare i due principali porti del Paese.
Quale tipo di sinergia si può instaurare fra Genova e Trieste?
Mi sembra una opportunità per tutti: la crisi di Wärtsilä è conclamata, quella di Ansaldo non è stata di proporzioni simili ma ha visto un cambio di management, una crisi di capitalizzazione con l’uscita di un importante partner cinese. Ora mi pare evidente che mettiamo assieme delle aziende che in ogni caso hanno dei know-how importanti. Dal punto di vista della struttura del nuovo business della progettazione dei catalizzatori, dell’idrogeno ovviamente aspettiamo che gli amministratori delegati, una volta ultimato il progetto, ci spieghino quale è il disegno industriale: su questo non dico una parola prima che ci siano interlocuzioni e trattative con sindacati e azionisti. Per il momento applaudiamo all’idea.
Una prospettiva per i lavoratori?
Ma certo. Quanto ad Ansaldo, credo che la volontà di lavorare per dare all’azienda una prospettiva e un presente solido mettendo a terra le migliori tecnologie sulla produzione di turbine sia una rassicurazione per i lavoratori che paventavano un futuro meno certo di quello che oggi si intravvede all’orizzonte.
E Trieste?
Parliamo dei lavoratori di entrambe le città: tutto quello che unisce competenze industriali così profonde, tradizioni industriali così pesanti per il nostro tessuto e ben radicate in due città con una cultura d’impresa come Genova e Trieste credo sia un ottimo segnale.
Ansaldo Energia con la controllata Green Tech sta progettando nella sede genovese una nuova Gigafactory che si concentrerà, a quanto si sa, sulle tecnologie di elettrolisi più innovative. Che legame fra questo progetto e quello sullo stabilimento Wärtsilä di Bagnoli?
Occorre parlarne con l’amministratore delegato. Immagino che il legame ci sia, quantomeno è verso il futuro, e verso l’elaborazione di nuovi prodotti industriali da mettere sul mercato, legati alla transizione al nuovo. L’ad di Ansaldo Energia (Fabrizio Fabbri, ndr) nelle ultime settimane mi ha illustrato il suo progetto per linee molto generali dicendomi che una volta definiti i dettagli sarebbe stata sua cura illustrarli a tutte le parti.
E le linee generali?
Posso dire che il piano nasce dall’idea che le aziende possano integrarsi in produzioni che guardano al futuro, così che ognuno abbia un pezzo di tecnologia importante, con piani di ricerca e sviluppo da mettere a fattor comune. L’ad conta sul fatto che questa prospettiva, assieme al consolidamento del business tradizionale di Ansaldo, ovvero le turbine, rappresenti qualcosa su cui puntare per il domani. E no, non dobbiamo avere paura delle sinergie. Gli abbiamo augurato in bocca al lupo. E assicurato tutto il sostegno della Regione Liguria.