Nuovo ospedale dell’Asl/To4, il Canavese si lacera, ma alla fine la spunta l’area Montefibre di Ivrea
Conferenza dei sindaci tesa e contestata. Ora lunedì tocca alla giunta regionale votare la delibera di scelta del sito
IVREA. Al termine di un pomeriggio difficilissimo, con discussioni che più di una volta hanno rasentato lo spiacevole, la conferenza dei sindaci dell’Asl/To4 ha votato il sito per il nuovo ospedale di Ivrea. Settantadue i comuni che si sono espressi per Montefibre, per un totale di poco più di 340mila residenti (in Asl sono circa 520mila), 58 per Ribes, a Pavone.
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I GRANDI CON IVREA
I grandi comuni, come ampiamente prevedibile, si sono schierati tutti con Ivrea. Un po’ si è ricostituito un asse delle realtà di centro sinistra e traino Pd. Lo stesso Pd di Ivrea, mentre la conferenza dei sindaci era in corso, ha diffuso un documento che ripercorre le ragioni di Montefibre e sottolinea la ragione politica della scelta: «Non si può pensare oggi di indebolire Ivrea privandola dell’ospedale della sua città. Sarebbe un errore grave non solo per la città di Ivrea, ma per tutto il territorio canavesano». A sostenere le ragioni di Ribes sono rimasti i sindaci del Canavese occidentale e di una parte dell’eporediese. In questo senso, nulla di nuovo rispetto alle posizioni già radicalizzatesi negli ultimi giorni.
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RICOSTRUIRE I RAPPORTI
Matteo Chiantore, sindaco di Ivrea e presidente della conferenza, ci aveva provato, a inizio della seduta a richiamare alle ragioni che uniscono su un tema così complesso come i servizi sanitari sul territorio. E dopo quattro ore di dibattito acceso sul merito e liti sui regolamenti, su chi e come doveva votare, sulla chiarezza delle deleghe, sul metodo adottato dalla Regione per aggiornare lo studio della commissione composta da direzione sanità, direzione Asl/To4 e Ires, Chiantore ringrazia tutti i colleghi sindaci a prescindere dalla posizione espressa: «Oggi abbiamo espresso un parere su un tema che, francamente, non sarebbe stato di competenza di questa assemblea. Le analisi tecniche servono ad assumere scelte politiche coerenti con gli obiettivi che ogni giunta regionale si pone e dei quali risponde di fronte ai cittadini. Non sono un surrogato della decisione. Nonostante ciò lo abbiamo fatto dimostrando quel senso di responsabilità che nobilita il ruolo di amministratore locale anche quando le decisioni sono difficili e divisive». E quella sul nuovo ospedale lo è. Chiantore sottolinea che l’Asl/To4 è una e un nuovo ospedale riguarda la rete erogativa dei servizi nel suo insieme e con le sue integrazioni: «Riguarda tutti e tutti hanno il diritto di esprimersi. Per questo martedì sarò al consiglio aperto dedicato al pronto soccorso di Cuorgnè, perché l’efficienza di quell’ospedale è un obiettivo che sento mio al pari della qualità del servizio che eroga oggi l’ospedale di Ivrea. E sarò al fianco del sindaco di Castellamonte quando sarà necessario rivendicare la necessità che il presidio sanitario sia adeguato e rilanciato nell’offerta di servizi da integrare con Ivrea». Ora la parola passa alla Regione. Secondo la scansione annunciata e salvo sorprese, lunedì la delibera sul nuovo ospedale a Montefibre sarà approvata dalla giunta regionale e il giorno dopo dal consiglio.
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FRATTURA PROFONDA
Sul territorio, però, la discussione di venerdì pomeriggio lascerà il segno per molto tempo. A ridosso del voto, il sindaco di Frassinetto Marco Bonatto Marchello ha provato fino all’ultimo a chiedere in modo appassionato una votazione doppia che non certificasse una situazione impietosa: «Ci stiamo andando a schiantare». Comune per comune, sono stati chiamati i sindaci a dichiarare ad alta voce Montefibre o Ribes tra applausi ironici, commenti ad alta voce, risatine. Qualcuno ha scelto di astenersi o perché di un altro distretto sanitario o perché sostiene che la scelta doveva essere della Regione e far scannare i sindaci e lacerare i territori con un balletto di scarico di responsabilità è sbagliato. Tante le precisazioni, dal fatto che solo la localizzazione Ribes può ospitare una struttura con i requisiti definiti dall’Organizzazione mondiale della sanità al fatto che dichiarare Ribes significa essere contrari a Montefibre.
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RABBIA E DELUSIONE
Al netto delle caratteristiche di ciascun sito, ampiamente dibattute in ogni sede, ciò che ha fatto alzare i toni di rabbia e delusione è stata la sensazione dei sindaci del Canavese occidentale e dell’eporediese di essere presi in giro. In sostanza: tutto sarebbe già orientato e gli ultimi aggiornamenti sono stati fatti per giustificare la scelta. In molti sottolineano incongruenze e contraddizioni nei documenti, evidenziano percorsi e tempi annunciati che poi non sono stati rispettati. Che, comunque, la gestione della localizzazione del sito del nuovo ospedale dell’Asl/To4 sia stata gestita nelle ultime settimane piuttosto male e con una dose eccessiva di approssimazione è abbastanza evidente. Alla stessa conferenza dei sindaci di ieri, convocata d’urgenza il 24 luglio, è stato lasciato solo a illustrare l’aggiornamento dello studio il direttore generale dell’Asl/To4 Stefano Scarpetta, facente parte del gruppo di lavoro che, per conto dell’assessorato, ha elaborato l’aggiornamento dello studio. Il direttore generale spiega sinteticamente le conclusioni e il metodo adottato per assegnare i punteggi, ma nulla di più. Di Scarpetta ha chiesto le dimissioni il sindaco di Prascorsano, Piero Rolando Perino: «L’assenza della Regione è vergognosa. Tocca quindi al direttore generale fare il capro espiatorio. Un segnale lo avevamo già dato: una sessantina di noi si era astenuta dal votare gli obiettivi di metà mandato, ma evidentemente non è stato colto». In un tentativo improvvisato di sfilarsi dalla situazione, il sindaco di Bairo Claudio Succio ha proposto un referendum sui siti tra i cittadini delle aree omogenee interessate. Alberto Rostagno, sindaco di Rivarolo, a inizio assemblea aveva posto il problema del regolamento, non aderente a un verbale poi tirato fuori dall’Asl/To4 datato 2008 dove, alla nascita dell’azienda sanitaria, era stato deciso che la sede legale sarebbe toccata a Chivasso, la presidenza della rappresentanza dei sindaci a Ciriè e la conferenza dei sindaci a Ivrea. Per Rostagno: «Questa assemblea non è valida, non si vota una cosa così importante senza un regolamento». Il tema è delicato. Lo stesso Chiantore raccoglie la richiesta, per il futuro, di ritrovarsi e aggiornare il regolamento, ma sulla validità della conferenza dei sindaci e su come si debba votare (in modo palese, a chiamata uno per uno) non ha dubbi. I toni si alzano ancora dopo, alla fine della conferenza dei sindaci, quando la sindaca di Bosconero Paola Forneris fa una domanda sulla gestione delle deleghe (andavano trasmesse all’Asl/To4 entro mezzogiorno di ieri). Rostagno insiste sulla non validità della seduta. E a chi gli chiede perché non avesse mai sollevato il problema del regolamento in 15 anni risponde che mai erano successe cose del genere.