«Il segno di una chiesa che si apre al mondo». Così Bettazzi scriveva di papa Wojtyla

IVREA. «Questa nomina è veramente il segno di una chiesa che si apre al mondo intero. Sarà un papa pastore perché è sempre stato vescovo, però, nello stesso tempo, un Papa immerso nella situazione dei grandi problemi mondiali. Credo che sia un motivo di speranza per tutte le chiese e per tutto il mondo».

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Così si espresse il vescovo di Ivrea, Luigi Bettazzi, all’indomani dell’elezione a   papa di Karol Wojtyla, il 16 ottobre 1978. E fu sempre lui, 22 anni dopo, a scrivere l’articolo sulla visita del pontefice, dal titolo Perché ha voluto venire ad Ivrea l’ex operaio polacco Karol Wojtyla, pubblicato sul numero straordinario del 17 maggio 1990. Un perché anticipato dal sottotitolo: I viaggi nelle città-industria nel ricordo del suo lavoro giovanile. «C’è una prassi – scrisse il presule eporediese - che lo stesso papa inaugurò nel 1982, quando seppe che c’era in Toscana uno stabilimento della ditta chimica Solvay nella quale egli stesso aveva lavorato da giovane, in Polonia, e concordò col vescovo di Livorno una visita per il giorno di San Giuseppe, patrono dei lavoratori. E da allora, ogni anno, il 19 marzo, il Papa si reca in qualche città caratteristica per il mondo del lavoro. Ed è così che dopo averlo ripetutamente invitato, come altri confratelli vescovi, in occasione dei suoi viaggi in Piemonte, soprattutto dei due passaggi ad Aosta, quando ho fatto balenare l’eventualità del 19 marzo, il Santo Padre ha accettato, probabilmente pensando in primo luogo al tipo di lavoro che caratterizza il territorio di Ivrea». «A quel punto – continuò - non potei non far presente l’altra grande industria che qualifica la zona sud della diocesi, intorno a Chivasso. E così le visite alla Olivetti e alla Lancia sono state i primi appuntamenti per il 19 marzo». Il vescovo sottolineò come, ricorrendo quell’anno la festa di San Giuseppe di lunedì, si fosse presentata l’opportunità di anticipare l’arrivo alla domenica, per una più ampia partecipazione alla messa del papa e chiese a tutti i fedeli di fare il possibile per essere presenti a quella celebrazione, in modo da poterlo accogliere con l'espressione più corale di tutto il territorio. «È veramente – concluse Bettazzi - un evento storico per Ivrea e per tutta la diocesi: la comunità cattolica lo attende e lo vuol vivere come un momento di grazia. La preparazione è stata accurata, con la disponibilità intelligente e la collaborazione di tanti, in primo luogo con la simpatia e le agevolazioni offerte da autorità e istituzioni che verranno in qualche modo coinvolte. Ora attendiamo questo appuntamento della nostra storia,per farlo diventare sorgente di impegno e di solidarietà». F.F.