Caluso, pilone votivo a fuoco sulla provinciale
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foto da Quotidiani locali
CALUSO. I lumini in cera erano stati appena accesi per celebrare la Madonna, a cui è dedicato il pilone votivo che si trova a Caluso lungo la provinciale per Foglizzo, nei pressi dello svincolo della stradina che porta alla frazione Rodallo.
Quindi uno di questi potrebbe essere caduto ed aver innescato un incendio alla vegetazione.
Tuttavia non si esclude l’opera di vandali, in quanto la croce in ferro è stata divelta, mentre ha resistito anche alle fiamme la piccola statua che raffigura la Madonna di Lourdes, posta su un basamento in marmo.
Ad accorgersi delle fiamme è stata nella mattinata di sabato scorso una pattuglia dei carabinieri di Caluso, che ha subito richiesto l’intervento dei vigili del fuoco.
L’incendio è stato domato in fretta, ma il pilone è stato gravemente danneggiato. Si tratta di uno dei numerosi ex voto, edificati per la maggior parte tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 che si trovano lungo le strade di campagne nel basso Canavese in un territorio un tempo intriso di forte religiosità.
Quello incendiato aveva anche una serie di affreschi che però sono stati cancellati dall’usura degli anni. Qualche anno fa Coldiretti aveva censito i piloni presenti nella provincia di Torino, con l’obiettivo di creare dei percorsi di visita. Altra funzione che si riservava a questi piccoli presidi religiosi era quella di proteggere i campi ed il lavoro dei contadini e questo spiega perché, molti di essi, si trovano dislocati nel bel mezzo di vaste aree coltivate della pianura.
A Caluso alcuni si trovano tra i vigneti dell’Erbaluce e vengono mantenuti in ordine da volontari. Ma tutti avrebbero bisogno di restauri.
In questo caso, le figure che vi sono raffigurate sono Santi cari a chi lavora la terra e ne invoca la protezione: S. Isidoro, patrono degli agricoltori, S. Antonio Abate, protettore degli animali domestici e San Michele.
I piloni, dunque, avevano un significato molto più profondo di quanto si possa immaginare e la loro presenza nelle nostre campagne, per quanto non più assidua (molti purtroppo sono in rovina o quanto meno non ne sono più leggibili le pitture) è attestazione di quanto profonda fosse un tempo la religiosità contadina.lydia massia