Belluno, l’Ater perde il treno del Superbonus
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foto da Quotidiani locali
Gli interventi previsti dall’Ater col Superbonus non sono andati in porto per l’impossibilità di pagare i lavori tramite lo sconto in fattura.
Il general contractor, che Ater aveva individuato con una procedura ad evidenza pubblica ancora nel 2021 per poter intervenire in 42 alloggi ubicati in condomini misti di proprietà Ater e di altri privati, al momento di avviare i lavori nel 2022, dopo alcune valutazioni, ha ritirato la propria candidatura visto il rischio finanziario troppo alto. «Dispiace perché su alcuni interventi il general contractor aveva già un piano definitivo, dicono dall’Ater, «piani che restano comunque pronti».
I conti dell’Ater
Si è chiuso in positivo il bilancio 2022 dell’Ater di Belluno. L’utile di esercizio è pari a 164.403 euro con un decremento di 284.065 euro rispetto al 2021 (quando era 448.468 euro).
Il risultato della gestione ordinaria è pari a 258.096 euro con un decremento di 343. 898 euro rispetto al 2021 dovuto, sul fronte dei ricavi, alla mancanza di contributi in conto esercizio che nel 2021 incidevano per 197.213 euro e sul fronte costi, ad un incremento dei costi di produzione tra i quali i più significativi sono dati dalle spese di manutenzione ordinaria (incremento di 69.688 euro), dalle spese condominiali di alloggi non locati pari a 26.380 euro e dal costo del personale aumentato per il nuovo contratto e per il raggiungimento della piena pianta organica (22 dipendenti sono oggi in Ater, manca soltanto il dirigente amministrativo, compito che viene svolto dal direttore). Il risultato della gestione finanziaria è pari a 46.745 euro.
«Il risultato è positivo», precisa la presidente Ilenia Rento, «l’azienda è sana e solida, ma oltre alle mancate entrate, paghiamo di non aver avuto plusvalenze derivanti dalla vendita di alloggi».
Inquilini più poveri
Ma c’è un fenomeno che è emerso per la prima volta l’anno scorso ed evidenziato proprio dalle entrare: vale a dire il lieve calo degli affitti degli alloggi popolari. Il canone è legato all’Isee del conduttore che sta diminuendo leggermente. Ad oggi, per quanto riguarda l’edilizia popolare, sono 399 i nuclei che hanno un Isee che va da 0 a 7000 euro, vale a dire in regime di povertà, 631 quelli da 7001 a 15mila euro, mentre sono 276 quelli con un Isee fino a 23mila euro. A questi si aggiungono altri 117 inquilini che hanno un Isee superiore a questa somma, mentre 59 non hanno presentato l’Isee: per questi ultimi l’Ater applicherà un canone sanzionatorio maggiorato. Il limite massimo dell’Isee per accedere ad un alloggio Ater è pari a 22.514 euro, mentre l’indicatore equivalente per permanere nell’alloggio è pari al 30% in più del limite massimo cioè 29.268 euro. Stando così le cose i canoni, fissati dalla Regione, possono andare da un minimo di 40 euro al mese al più alto che, caso unico in provincia e forse in tutto il Veneto, è di 1.700 euro. «Questa diminuzione dei canoni potrebbe creare dei problemi anche al bilancio dell’Ater che si troverebbe con minore liquidità. Ma è un fenomeno che andrà tenuto sotto controllo negli anni», precisa la presidente che evidenzia che le morosità nel 2022 restano stabili. «Ci preoccupa il recupero delle somme per le spese condominiali. Si spera che la diminuzione dei costi energetici porti un equilibrio», dice il direttore Alberto Pinto.