La provincia di Treviso perde 2 mila giovani all’anno
Un decennio di “inverno demografico” avrà conseguenze drammatiche per la provincia di Treviso. Non si tratta solo di culle vuote: dalla Marca, secondo i calcoli dell’Istat, rischia di scomparire un’intera generazione. E l’orizzonte non è troppo distante: primo gennaio 2031. Quel giorno, secondo le proiezioni dell’Istituto nazionale di statistica, nei 94 Comuni della Marca abiteranno 177 mila “anziani” (over 70) e appena 100 mila ragazzini under 15. Una forbice che si allarga pericolosamente rispetto allo scenario attuale, che vede 149 mila over 70 e 118 mila under 15.
I numeri sono il risultato di un’indagine Istat che calcola la distribuzione dei residenti per fascia d’età al primo gennaio 2031, confrontandola con il primo gennaio 2021. La nostra provincia non ha un trend dissimile a quello di altri territori, ma i numeri sono drammatici per quanto riguarda la tenuta sociale ed economica del territorio. In dieci anni, perderemo 22 mila giovani (under 20), cioè più di duemila all’anno, e 18 mila bambini (under 15). Vedremo aumentare a dismisura gli over 70 (quasi 28 mila in più rispetto a oggi) e gli over 80 (16 mila in più). Complessivamente la popolazione della provincia di Treviso calerà di circa 2 mila unità.
Gli addetti ai lavori hanno già iniziato a interrogarsi sulle conseguenze di un trend simile. Francesco Belletti, sociologo e direttore del Centro internazionale studi famiglia (Cisf), ha sottolineato come «il sistema di utilizzare i soldi di chi lavora oggi per pagare chi è in pensione sta diventando un paradosso impossibile da sostenere per quanto si cerchi di abbassare i rendimenti e mandare le persone in pensione il più tardi possibile».
Anche il mondo economico trevigiano, a più riprese, ha evidenziato le conseguenze drammatiche dell’inverno demografico, tema già sollevato con forza da Maria Cristina Piovesana, durante il suo mandato alla guida dell’associazione degli industriali. In questo caso i verbi vanno coniugati al presente: il calo demografico è già oggi un’emergenza per le imprese trevigiane, a corto di manodopera. L’ultima indagine Unioncamere evidenzia come soltanto 11 mila delle 22 mila assunzioni previste nel trimestre luglio-settembre andranno a buon fine: mancano i profili giusti, ed è un problema di formazione, ma mancano anche numericamente i giovani da assumere. Nei prossimi dieci anni, numeri Istat alla mano, mancheranno sempre di più.