Vino Vero racconta l’ordinanza anti movida: «Liberiamo Venezia, non siamo fuorilegge»
![Vino Vero racconta l’ordinanza anti movida:
«Liberiamo Venezia, non siamo fuorilegge»](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/nuovavenezia/2023/07/31/070510422-28900d88-8c55-48c4-ac0e-819b1509e5eb.jpg)
foto da Quotidiani locali
«Perché due persone sedute al tavolo oltre le 23 sono fuorilegge?». E ancora: «Manteniamo viva la città», «Sbloccare le notti veneziane». E poi: «Non siamo illegali». Queste le frasi lanciate provocatoriamente da Vino Vero, con una campagna comunicativa che passa dalla vetrina dell’enoteca, in fondamenta della Misericordia. Parole che risaltano nel contrasto di colori, rese ancora più evidenti dal nastro che le incornicia, lo stesso usato sulle scene dei crimini. «Una città che chiude alle 23 non è più una città», scrivono i titolari di Vino Vero nel volantino bilingue che spiega ai clienti l’ordinanza del tribunale che ha imposto al locale la chiusura anticipata, dopo la denuncia di una coppia che vive sopra l’enoteca, stanca delle «intollerabili immissioni sonore». Nel volantino, si invita a firmare la petizione contro la disposizione e, ad oggi, sono più di 1400 le persone che hanno risposto all’appello. «Ci troviamo davanti ad un paradosso: se solo due persone sedute ad un tavolo che bevono un bicchiere di vino sono un problema, allora l’attività di qualsiasi locale dopo le 23 a Venezia è illegale» continuano, sottolineando come il messaggio che passa è che dopo un certo orario la città chiude e gli abitanti dovrebbero rispettare una sorta di coprifuoco. Non tutti sono dello stesso avviso. Venezia, infatti, si spacca sul tema della movida, tra ristoratori e gestori dei locali che chiedono di poter fare il loro lavoro e cittadini che vorrebbero maggiori strette per poter dormire.
Ci sono opinioni diverse anche sull’ordinanza del Comune che fino al 27 agosto cerca di regolamentare le serate nelle cosiddette “zone calde”, (Santa Margherita, San Barnaba, San Pantalon, campo Bella Vienna, Pescheria, San Giacometto, Misericordia e Ormesini) con l’obbligo di chiusura alle 23 per i take away come pizzerie al taglio e kebab, fatta eccezione per le gelaterie, e l’obbligo di terminare ogni evento musicale nei plateatici entro le 23. Si è costituito un nuovo comitato “Danni da movida”, che conta per ora di 35 persone, «e sicuramente altre si aggiungeranno» commenta Martina Zennaro, portavoce. «Siamo residenti nelle aree in cui l’ordinanza non è in vigore» spiega, lamentando che siano state create «zone di serie a e zone di serie b». Anche il consigliere comunale Andrea Martini prende parola: «Perché fermarsi ad alcuni luoghi e non fare un provvedimento complessivo su tutta la città?».
«L’ordinanza non ha cambiato di una virgola ciò che c’era prima, non ha fatto altro che confermare l’ora di chiusura alle 2», continua Zennaro. Intanto il Comune ha spiegato che si tratta di un primo passo verso un regolamento che concili i bisogni dei residenti con quelli degli esercenti e, a breve, il comitato sarà ricevuto dall’assessore Costalonga, disponibile a valutare possibili suggerimenti. Il gruppo di cittadini ha chiara quella che sarà la richiesta da presentare a Ca’ Farsetti: «L’anticipazione dell’orario di chiusura dei locali, è intollerabile che sia alle 2. Anche noi abbiamo diritto a dormire otto ore a notte». E poi: «Perché si continua a dare da bere a giovani già ubriachi? Poi vanno a vomitare e a fare i loro bisogni nelle calli. È questa la Venezia che vogliamo?»