A Marina Julia tornano le boe ecologiche: ormeggi al largo per la tutela dei fondali
MONFALCONE Tempo permettendo, a partire da domani al largo della spiaggia di Marina Julia saranno sistemate 30 boe ecologiche per gli ormeggi di barche a vela e motoscafi senza danneggiare i fondali marini.
Il progetto
È il terzo anno della sperimentazione, fra le più innovative dell’Adriatico, intrapresa dal Comune di Monfalcone attraverso il progetto europeo, di cui è stato capofila, denominato “Sae anchoring and seagrass protection in the Adriatic sea” (Saspas), che ha consentito di acquisire le attrezzature, ma anche di realizzare due praterie di fanerogame per la protezione del litorale. Il tutto, a fronte di un finanziamento di 2 milioni di euro. Una progettualità molto apprezzata dalla Commissione europea, per cui gli uffici comunali hanno presentato due nuove proposte, l’una in ordine al programma Mediterraneo, l’altra su Italia-Croazia, delle quali ora si attende la valutazione.
L’aggancio delle boe
Intanto, i diportisti avranno a disposizione gli “ormeggi ecologici”, ad utilizzo gratuito. Le boe verranno agganciate, mediante una cima tessile di 24 millimetri, ai supporti metallici che, grazie al progetto, sono stati posizionati nel fondale marino evitando trascinamenti ai danni della vegetazione sottomarina. Le boe vengono collocate a distanze adeguate l’una dall’altra, al fine di assicurare idonei attracchi tra natante e natante, per imbarcazioni fino a 12-16 metri in condizioni meteomarine normali. Un sistema, quindi, all’insegna della tutela dell’ambiente marino, in sostituzione dei tradizionali e invasivi blocchi di cemento.
La nuova piantumazione
Contestualmente è stata ripopolata la vegetazione con la piantumazione di due praterie di fanerogame. Si tratta di piante marine più evolute rispetto alle alghe, che sono organismi mono e pluricellulari ma mai organizzate in tessuti veri e propri, in grado di produrre organi differenziati. La riproduzione può essere asessuata o sessuata. Nel primo caso si parla di “stolonizzazione” , ovvero di un meccanismo di “clonazione” naturale con separazione finale dalla pianta madre, nel secondo caso la riproduzione avviene attraverso fiori, frutti e semi.
La prateria di Posidonia
La specie ripopolata è la prateria di Posidonia, che rappresenta un elemento fondamentale per l’intero sistema costiero Mediterraneo. I posidonieti svolgono un ruolo eco-sistemico fondamentale e hanno una funzione di importante stabilizzazione dei fondali e di difesa delle spiagge dai fenomeni erosivi. Le radici, infatti, sono molto profonde frenando pertanto la perdita o lo spostamento di sabbia, preservando quindi il litorale monfalconese. Sono un vero e proprio eco-sistema a sè stante, un ambiente perfetto per il ripopolamento di diverse specie ittiche rifornendo di cibo molti animali rappresenandone un incubatore ideale.
Un polmone marino
Altrettanto significativa è la produzione di ossigeno e di assorbimento della CO2, attraverso il processo di fotosintesi. Insomma un “polmone marino” che aiuta anche a “far respirare” la città diminuendo l’inquinamento urbano. Nell’Alto Adriatico si è assistito negli ultimi anni alla scomparsa di importanti habitat e nel nostro territorio vi sono piccoli popolamenti residuali, come il Fucus, un’alga endemica, assieme al grande mollusco Pinna nobilis.
Il Comune
«La piantumazione che abbiamo effettuato negli ultimi due anni – dice il sindaco Anna Maria Cisint – richiede di essere salvaguardata, evitando il danneggiamento provocato, soprattutto nelle giornate di punta, dagli ancoraggi al largo di natanti e barche a vela, tenuto conto che il sovrappopolamento delle coste e l’attracco scriteriato delle ancore, nonché la temperatura sempre più elevata delle acque, ha messo in serio rischio di sopravvivenza queste piante così importanti. È un progetto-pilota diventato un esempio virtuoso che, attraverso il posizionamento delle boe, rimaste nella proprietà del Comune, si intende continuare a sviluppare. Da qui i nuovi progetti presentati all’Unione europea per acquisire ulteriori finanziamenti».