Reddito di cittadinanza, da agosto via i primi assegni: quasi duemila a rischio in regione
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La stima del M5s sull’applicazione della legge che taglia il Rdc: la misura colpisce le persone che possono lavorare
UDINE. Lo scorso mese di marzo si contavano 1.271 percettori del reddito di cittadinanza che avevano sottoscritto il Patto per il lavoro. Da allora, secondo il Movimento 5 stelle quel numero è aumentato e potrebbe sfiorare le 2 mila unità.
Sono gli occupabili, persone che hanno tutte le carte in regola per lavorare e che potrebbero perdere l’assegno mensile. Il condizionale è d’obbligo fino a quando, queste stesse persone, non riceveranno il messaggino dall’Inps come sta accadendo a Napoli.
La legge di Bilancio fissa, infatti, in sette mesi il riconoscimento del Reddito di cittadinanza nel corso dell’anno.
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I numeri
Il numero delle persone interessate dalla manovra che scatterà da martedì primo agosto, varia di mese in mese proprio perché molto dipende da quanto tempo ricevono gli aiuti. Detto che gli occupabili oscillano tra 1.200 e 2 mila unità, al momento non tutti hanno percepito tutte le sette mensilità, a chi il reddito di cittadinanza è stato riconosciuto nel corso del 2023 da domani non sarà applicata alcuna sospensione.
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La manovra, comunque, un certo impatto ce l’avrà anche se la domanda di manodopera è altissima e, quindi, non dovrebbe essere così complicato trovare un’occupazione. Lo scorso marzo gli occupabili erano 1.271, a giugno, secondo i dati in possesso dal M5s, sfioravano le 2 mila unità. Il Friuli Venezia Giulia è una regione in cui l’importo dell’assegno pagato, pari a 486,91 euro, è inferiore alla media italiana che arriva a 598,64 euro.
L’andamento delle domande ha registrato, complice anche la pandemia, un aumento nei primi tre anni: dal 2019 al 2021, quando il numero dei nuclei familiari coinvolti era passato da 10.399 a 13.207 unità, per poi scendere alla fine dello scorso anno a 12 mila 003 famiglie.
Nei primi sei mesi di quest’anno, invece, 8.638 nuclei familiari hanno percepito almeno un assegno mensile del reddito di cittadinanza. Altri 2.257 nuclei hanno ricevuto almeno una mensilità della pensione di cittadinanza che, ancora, non è soggetta né a correttivi né a tagli. In questo momento il pagamento del reddito di cittadinanza coinvolge 14 mila 809 persone.
In regione le province con il maggior numero di percettori del reddito e della pensione di cittadinanza continuano a essere quelle di Udine e di Trieste.
Il taglio
Il messaggino trasmesso agli occupabili dall’Inps di Napoli recita più o meno così: «Domanda di reddito di cittadinanza sospesa come previsto dall’articolo 48 del decreto legge 20/23 in attesa eventuale presa in carico dei Servizi sociali».
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Gli occupabili privati del reddito di cittadinanza, che non hanno minori o persone disabili a carico, possono ricevere una cifra da spendere come supporto alla formazione al lavoro. Su questo punto il Friuli Venezia Giulia continua a investire.
I nuclei familiari composti da minori, ultrasessantenni e da disabili continueranno a ricevere il reddito di cittadinanza fino alla fine dell’anno, quando il reddito sarà sostituito dall’assegno di inclusione sociale. Questa misura sostitutiva, però, richiede l’intervento dei servizi sociali.
Da qui le difficoltà dei Comuni che già segnalano problemi nella gestione del servizio. Non a casao il presidente nazionale dell’Ordine delle assistenti sociali, Gianmario Gazzi, ha già chiesto al Governo di intervenire immediatamente per evitare possibili tensioni negli uffici.
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Tra i non occupabili sono compresi gli esonerati – a fine marzo in Friuli Venezia Giulia erano 1.369 gli esclusi dalla sottoscrizione del patto per il lavoro – si tratta di studenti che frequentano regolarmente le lezioni, disabili e pensionati. Inutile dire che, nel giro di pochi mesi, le situazioni possono cambiare e quindi si può passare dal riconoscimento del reddito alla sua esclusione.
Questo avviene, a esempio, se l’interessato non frequenta o non lo fa con regolarità i corsi di formazione considerati indispensabili per imparare un altro mestiere. Nelle prossime ore tutte queste situazioni saranno monitorate non solo a livello regionale, ma soprattutto a livello comunale dove si rivolgerà chi perde il diritto al reddito di cittadinanza.