Osteria al Bacaro, la tradizione nel cuore di Asolo
![Osteria al Bacaro,
la tradizione
nel cuore di Asolo](https://www.gedistatic.it/content/gnn/img/tribunatreviso/2023/07/31/180617369-9a010c4a-670c-4fe0-ae31-400db82c168e.jpg)
foto da Quotidiani locali
L’introduzione alla sua atmosfera la offre un cultore della tradizione come Emanuele Bellò, che conclude una sua poesia dedicata all’Osteria al Bacaro di Asolo definendola un “ritrovo pien de lustro e de decoro/dove che l’amicissia xe el tesoro/che a corpo e anima ghe dà ristoro”.
In realtà i versi, che potete cercare tra mille altri quadri, fotografie, oggetti sorprendenti e frasi divertenti scritte a pennarello sulle tovagliette di carta appese tra muri e soffitto dell’osteria, sono dedicati “Al Bàcaro de Walter”, com’è più noto tra i molti estimatori di Walter Zecchin, asolano doc.
Come nasce una tradizione
«Sono cresciuto nelle case signorili asolane dove mamma Marta e papà Antonio prestavano servizio, lei come cuoca e lui nelle mille mansioni che da lui ho imparato e ho svolto poi per tanti anni in blasonate dimore asolane e bassanesi. Ero soddisfatto del mio lavoro ma cercavo anche un locale “come volevo io” da gestire. Appena lo storico Bacaro si rese disponibile non ci pensai due volte e, con l’aiuto di mia madre, poiché mia moglie volle per un po’ continuare a svolgere il suo precedente lavoro, in pochi mesi aprimmo: era il 4 aprile del 1998. Dopo un paio d’anni di ottimi riscontri con l’osteria sempre molto affollata, ottenni dalla proprietà di ampliarla sfruttando un appartamento al piano di sopra, dove abbiamo allestito una sala da pranzo e una cucina funzionale per avviare una vera e propria attività di ristorazione».
Una famiglia dietro al bancone
Intanto Fortunata lasciò il lavoro e a loro si aggiunse anche il loro figlio maggiore, Andrea, che ricorda: «Quando papà rilevò il Bacaro avevo 18 anni e stavo studiando agraria, ma cominciando ad aiutarlo qui mi innamorai dell’Osteria e cambiai i miei progetti per il futuro». Proprio come fece qualche anno più tardi suo fratello Alberto, che racconta: «Scelsi di studiare termoidraulica, ma poi ho capito che cucinare era la mia passione e ho cercato di imparare da mamma tutti i segreti. E sono stato travolto dall’amore per questo mestiere».
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Oggi sono Alberto e Andrea a condurre l’attività di famiglia, anche se Fortunata è sempre impegnata in cucina e tiene a sottolineare che «I dolci li faccio sempre io e non cedo questo compito che mi appassiona, anche se sto cercando di trasmettere l’arte a Martino, figlio di Andrea che ha solo 12 anni ma che dimostra già grande interesse».
E anche se è troppo presto per prevedere se ci sarà una terza generazione di Zecchin dietro allo storico bancone asolano, sicuramente la seconda non ha voluto cambiare i principi che hanno reso il Bacaro un punto di ritrovo per gli asolani e per gli habitué di tutta la Marca, ma anche una tappa prediletta per i turisti.
Un locale da vivere
«Fino a qualche anno fa, gli anziani locali avevano un tavolo riservato per giocare a carte per tutto il pomeriggio», spiega Andrea, che si occupa del servizio con Liliana e Luca. «Oggi le carte da gioco sono sempre ben in vista, a disposizione di tutti. Siamo consapevoli della forte vocazione turistica di Asolo ma non vogliamo avere un locale “per turisti” bensì un’osteria da vivere, in cui incontrarsi e trascorrere del tempo sereno. Qui si può pranzare e cenare ma anche consumare solo cicchetti, che restano la nostra più nota specialità».
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«La nostra cucina resta improntata alla semplicità di quella di un’autentica osteria veneta», continua Alberto, che oltre alla collaborazione della mamma può contare su quella di Katia: «Usiamo solo pasta fresca, facciamo in casa gli gnocchi di patate e ci inventiamo zuppe e frittate secondo mercato ogni giorno diverse. I nostri sono piatti piuttosto semplici e molto tradizionali, che realizziamo con quanto offrono i produttori locali: è papà Walter a fare la spesa e per lui non esistono altri fornitori se non quelli che conosce personalmente. Ne siamo particolarmente orgogliosi sia perché siamo asolani e amiamo il nostro territorio, sia perché così siamo certi di offrire sempre grande qualità ai nostri clienti».
Clienti che, nel cuore di Asolo sono spesso anche personaggi famosi: attori, attrici, scrittori, intellettuali che visitano il borgo in tutte le stagioni. Ma della miriade di nomi e di aneddoti che i due fratelli potrebbero sciorinare, ricordano un loro concittadino sconosciuto ai più: «Bruno, scomparso qualche anno fa. Era una persona mite e solitaria che la domenica dopo la messa veniva qui ed esagerava col vino. E quando era alticcio sentenziava frasi che abbiamo cominciato a trascrivere sulle tovagliette di carta che ora tappezzano il locale assieme alle tante di clienti e amici».