I Nesta aiutano i giovani al volante tra una generazione e l’altra

Ivrea

I fratelli Nesta aiutano le nuove generazioni nel conseguimento della patente grazie a un’esperienza vecchia di decenni. Proprietari di tre sedi dell’autoscuola Nesta, a Ivrea, Strambino e Vistrorio, raccontano cosa è cambiato nel mondo delle scuola guida durante il loro percorso lavorativo. Giorgio Nesta, 49 anni, di Ivrea, gestisce l’autoscuola Città di Ivrea insieme al fratello Andrea e con l’aiuto di due dipendenti. La sede storica di Vistrorio, punto di riferimento per gli aspiranti autisti della Val Chiusella, è stata seguita da quella di Strambino, aperta nel 2011, mentre quella centrale si trova ad Ivrea, in corso Nigra.

«Questa professione ce l’abbiamo nel sangue – racconta Giorgio –, infatti fin da bambini siamo stati abituati a stare nell’attività di famiglia avviata da nostro padre, Ivano, nel 1968. All’inizio ci trovavamo a Ivrea in via Piave, poi, nel 2000, ci siamo spostati nell’attuale sede nel centro cittadino, come hanno fatto molte autoscuole eporediesi in quel periodo. Mio papà è stato il titolare fino al 2018, quando è mancato, lasciando l’attività a me e Andrea. Ho cominciato a fare questo lavoro subito dopo essermi diplomato, come prevedono le regole per la professione, ho conseguito tutte le patenti comprese quelle speciali, poi ho fatto il corso di abilitazione all’insegnamento teorico e pratico, quindi ho superato i relativi esami, diventando a tutti gli effetti istruttore».

Quello delle scuole guida è un ambiente frizzante e giovanile e questo è sicuramente un punto a favore di questo mestiere: «L’aspetto che mi piace di più del mio lavoro è il contatto con i giovani. In un contesto come quello della città di Ivrea, questo lavoro permette di conoscere un po’ tutte le generazioni. Oramai sono arrivato ad insegnare ai figli di coloro che da ragazzi erano venuti a prendere la patente. Poi ci si incontra per strada, ci si saluta e si instauri un rapporto duraturo nel tempo. Quello dei ragazzi, però, è forse l’aspetto che trovo più cambiato nel tempo. Molti anni fa, i giovani non vedevano l’ora di poter cominciare la scuola guida e conseguire la patente. La domanda più frequente era: “Come posso anticipare?”. Avessero potuto la prendevano a sedici o diciassette anni. Oggi arriviamo al punto di chiamare i ragazzi per ricordargli che gli sta scadendo il periodo del foglio rosa. In passato l’allievo “storico”, quello che tentava più volte l’esame, lo faceva nella stessa scuola guida, oggi alcuni se falliscono cambiano scuola guida come se il problema fossimo noi».

I cambiamenti non si limitano alla sfera giovanile: «Sono cambiate molte altre cose nella nostra professione. All’inizio poteva esserci qualche difficoltà per il canavesano abituato a parlare sempre il dialetto, che faticava con il test scritto, oggi questo non esiste più, però ci sono molti stranieri che hanno difficoltà con la lingua italiana. Anche per la motocicletta, che una volta era il mezzo al quale ogni ragazzo ambiva per diventare indipendente, è cambiato tutto: non c’è più una patente, ma ben quattro, e con i monopattini e bici elettriche molti ragazzi ne fanno a meno. È cambiata molto pure la burocrazia, ce n’è sempre di più. I fogli rosa sono passati da sei mesi a un anno. Ultimamente stiamo affrontando anche difficoltà legate agli esami. Dato che si tengono alla Motorizzazione di Torino e non più in sede, le sessioni si sono ridotte a causa della carenza di personale e questo non dà occasione di svolgere molte sessioni di esami in un anno. Una volta gli esami li facevamo nell’aula magna delle scuole superiori ad Ivrea, oggi in loco è rimasto solo l’esame pratico. Anche per questo spero che in futuro cambi qualcosa. Oggi sono obbligatorie sei ore di guida pratica e credo siano poche per pensare che una persona sia in grado di guidare con coscienza e dimestichezza. Anche l’esame scritto a quiz andrebbe inasprito. Se sei fortunato e azzecchi a caso certe domande potresti passarlo e non ha senso prendere la patente per semplice fortuna. Servirebbe un sistema che testi maggiormente la conoscenza del codice e delle regole della strada e della guida. Infine, a complicare tutto c’è la divisione tra patente per auto con cambio automatico e manuale: chi prende la prima può guidare solo auto a cambio automatico, in costante aumento in circolazione, mentre chi prende la seconda può guidare ogni tipologia di automobile. Sembrano sempre di più regole antiquate e lontane dalla modernizzazione di oggi». —

V.G.