Slovenia in ginocchio per l’alluvione. Bilancio di sei morti e 500 milioni di danni
Considerata la peggior catastrofe degli ultimi decenni. È già cominciata la gara di solidarietà per liberarla dal fango
Un bilancio, anche di vite umane, sempre più pesante e doloroso, causato dalla più grande catastrofe naturale degli ultimi decenni in Slovenia.
Slovenia dove anche lunedì è continuata la conta dei danni e soprattutto delle vittime della straordinaria ondata di perturbazioni della scorsa settimana, mentre non si arresta l’opera di rimessa in sesto di case e infrastrutture distrutte dalle tempeste. Alluvioni che hanno causato la morte addirittura di sei persone, il bilancio aggiornato a lunedì.
Oltre alle tre vittime registrate già venerdì, una donna nell’area di Kamnik e due turisti olandesi colpiti da fulmini sulle montagne attorno a Bohinj, nel weekend altri tre cadaveri sono stati ritrovati dalle autorità.
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Quello di un uomo è stato ripescato dalle acque in piena del fiume Temenica, mentre un’altra persona è stata ritrovata in un pozzo nero. Sabato, un altro corpo era stato invece recuperato sulle rive della Sava, nei pressi di Lubiana. Sei morti – e più di 500 milioni di euro di danni – che corroborano la definizione di «peggior catastrofe» naturale mai registrata in Slovenia sul fronte delle alluvioni, secondo le parole dello stesso premier Robert Golob. E giustificano la gara di solidarietà in corso per dare una mano a Lubiana.
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Gara che coinvolge in primis l’Unione europea, che ha attivato il Meccanismo di Protezione civile Ue già domenica, su richiesta slovena. Lubiana che ha spiegato di aver bisogno in particolare di una quarantina di scavatori con personale qualificato, ma anche di 30 veicoli idonei a operare nella manutenzione di argini, oltre ad almeno una ventina di ponti prefabbricati fino a 40 metri di lunghezza.
«L’Ue lavora 24 ore su 24 ore per convogliare l’assistenza» alla Slovenia ma anche a Cipro, devastata dagli incendi, ha detto lo sloveno Janez Lenarcic, commissario Ue alla gestione delle crisi, che ha tenuto a ringraziare due Paesi europei che, per primi, hanno risposto alla richiesta di aiuto slovena. Sono la Francia, che ha spedito due scavatori con unità di genieri e la Germania, che ha offerto altri due escavatori con personale specializzato e che invierà due ponti prefabbricati.
«Siamo sconvolti dal terribile disastro dell’alluvione in Slovenia e in Austria, i nostri pensieri sono rivolti alle vittime, alle loro famiglie e a tutti coloro che hanno perso le loro case. La Germania sta aiutando e sta inviando forze di emergenza il più rapidamente possibile, su richiesta della Slovenia», ha confermato lo stesso Cancelliere Olaf Scholz.
Pronta a dare una mano, è stato confermato, è anche la Nato, di cui la Slovenia fa parte dal 2004. Dopo un colloquio tra il premier Golob e il Segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, quest’ultimo ha assicurato che Paesi Nato hanno già messo a disposizione militari e «supporto immediato che include elicotteri», con Lubiana che aveva effettivamente richiesto velivoli per portare assistenza nelle zone più remote, ma anche «ponti modulari e competenze ingegneristiche».
«La Slovenia non è sola in questi tempi difficili, abbiamo molti amici», ha potuto così confermare Golob, che ha specificato che tra gli Stati che hanno offerto aiuti c’è la gran parte dei Paesi balcanici, ma anche Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e persino l’Armenia.
Nel frattempo, mercoledì a Lubiana atterrerà Ursula von der Leyen, per visitare di persona le aree più colpite dalle inondazioni, in un Paese dove non ancora tutte le zone isolate sono state raggiunte. E il governo ha promesso aiuti sostanziosi anche alle imprese colpite, con decine di milioni di euro di danni. —
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