Vive in una stanza di 10 metri quadrati “per non sentire il rumore dei tir”
Dal 2013 anni vive nei dieci metri quadrati della sua camera da letto: Benito Polese in via Ronche ha fatto una scelta per sopravvivere al rumore. «Vivo in dieci metri quadrati da oltre dieci anni, cioè in camera da letto per evitare danni ai timpani».
Polese ha un appartamento spazioso, ma la sua scelta è irreversibile. «È impossibile resistere – ha raccontato – con il rombo dei camion sotto le finestre della zona giorno. Si rischia di impazzire e di respirare l’aria inquinata: per fortuna ho la stanza che si affaccia sul retro».
Quando ha traslocato in via Ronche la famiglia Polese si è trovata con i timpani rotti. «Ero convinto di trovarmi in un alloggio comodo e gradevole a una rampa di scale dal pianoterra – aggiunge –. Invece, non c’è pace di giorno e nemmeno di notte per l’inferno del traffico su via Ronche.
L’unica alternativa è quella dormire nello stanzino di 10 metri quadrati. I primi tempi, per infilarsi tra letto e muro e coricarsi facevo le contorsioni e poi mi sono abituato».
Le proteste su strada con il comitato No Tir sono servite a poco. «Circa dieci anni fa anche assessori e sindaco in carica erano stati ospiti in casa mia per verificare la condizione dell’inquinamento acustico – è la battuta Polese –. Erano curiosi: hanno guardato, compreso, promesso di intervenire sul caos traffico e poi tutto è rimasto com’era.
Siamo alle solite e il cantiere delle fogne aperto in luglio andrà avanti per tutta l’estate».
Dalla finestra si vedono fila di camion e auto passare veloci, anche tra le barriere del cantiere aperto.
«Tutte le mattine alle 5 arriva il rombo dei bisonti della strada – rendiconta il pensionato –. Il letto con i due materassi è finito da molti anni nella stanza-sgabuzzino per evitare di soffrire di insonnia: ci mancherebbe anche questo».
La lotta per la vivibilità non è mai finita in via Ronche. «Sono state memorabili le proteste con Tiziano Zilli fondatore del comitato No-Tir – ricorda Polese – e andiamo avanti con le segnalazioni».
I tombini “saltano” a Ronche e ogni camion che ci passa sopra fa vibrare i vetri delle finestre, lungo l’asse stradale che parte dalla rotonda sulla Pontebbana e arriva a Fiaschetti.
«L’inferno sonoro arriva in cucina e nel salotto al civico 2/B – Polese disegna la mappa della vivibilità –. I tecnici comunali hanno tamponato qualche buco sull’asfalto, ma le case tremano come nel 2013 quando passano camion e auto sopra ai tombini. C’è l’effetto rimbombo sul manto stradale».
In via Ronche continuano le segnalazioni del comitato No-Tir. «Siamo dimenticati dal Comune e protestiamo – è intervenuto Tiziano Zilli –. Deve sistemare la strada e chiedere i fondi regionali destinati ai Comuni limitrofi alle cave.
Dov’è finita la quota per Sacile degli oneri delle cave di Caneva? Serve per asfaltare via Ronche».