Hotspot per i migranti, ipotesi Palmanova: Fdi chiede altre verifiche

Dibattito acceso anche all’interno del centrodestra sull’operazione Jalmicco. Rizzetto però assicura: «Nessuna critica alla Regione». Il Pd torna all’attacco

TRIESTE. L’immigrazione surriscalda il dibattito politico e agita le acque del centrodestra regionale, con onde che muovono in particolare Lega e FdI, benché vari esponenti dei due partiti - uniti a un coro più ampio che include Forza Italia e Lista Fedriga - gettino acqua sul fuoco per rimuovere ogni ombra di scricchiolio. Epicentro del confronto, Jalmicco, frazione di Palmanova, tra le destinazioni considerate - per alcuni beninformati in pole position - per accogliere l’hotspot da 200-300 posti che il Governo vuole realizzare in Fvg per accogliere e smistare i migranti in arrivo lungo la Rotta balcanica.

Sull’ipotesi Jalmicco - contro la quale nel paese friulano domenica hanno manifestato circa 300 persone - e in generale sul tema hotspot, ieri sia il prefetto di Trieste e Commissario di Governo per il Fvg Pietro Signoriello sia il commissario nazionale per l’emergenza immigrazione Valerio Valenti non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Anche se, si mormora tra i banchi della politica, l’ex caserma Lago a Jalmicco potrebbe essere più distante di prima dall’orbita del Governo, vuoi per la sollevazione popolare, vuoi perché la notizia ha acceso qualche scintilla nel centrodestra, con il deputato e coordinatore regionale di FdI Walter Rizzetto che aveva parlato a nome suo e del coordinamento di FdI (che conta tre assessori nella giunta Fedriga) della necessità di una «attenta analisi del luogo dove allestire l’hotspot», aggiungendo che «FdI è all’ascolto costante dei cittadini, preoccupati per la situazione», e «quindi saremo a chiedere di valutare bene, nel rispetto della geografia regionale, una ulteriore analisi anche con altre proposte». Rizzetto aveva poi legato il ragionamento sugli hotspot a quello sull’accoglienza diffusa, notoriamente terreno solcato dal centrosinistra.

Dichiarazioni figlie, secondo alcune riflessioni interne ai meloniani, del fatto che i vertici delle forze di maggioranza in Fvg - Lega esclusa - abbiano appreso delle indiscrezioni su Jalmicco solo a notizia diffusa. Parole frutto, secondo altre letture, della necessità per FdI di segnare il territorio con una prova di forza e un messaggio indirizzato alla Lega di Massimiliano Fedriga.

Tutto questo mentre dall’opposizione non mancano le stoccate. Secondo la deputata dem Debora Serracchiani «gli hotspot sono stati un fallimento ovunque siano stati realizzati». Il consigliere regionale Pd, ex sindaco di Palmanova, Francesco Martines alza ulteriormente il tiro e Franco Lenarduzzi, sindaco di Ruda (Udine) e coordinatore consulta Piccoli Comuni Anci Fvg, parla di «soprusi da Governo e Regione. Il caso Jalmicco rivela che le schermaglie di potere tra Lega e FdI pesano più dell’interesse delle comunità».

Il governatore Fedriga, che aveva già spiegato che se venisse realizzato un hotspot in Fvg sarebbe necessario alleggeriti i numeri dell’accoglienza in regione sugli altri fronti, non interviene e non entra nella polemica. Dalla Regione si ricorda che il tema non è di competenza regionale, bensì nazionale.

Ma a parlare, dopo le uscite di Rizzetto, ci pensano il capogruppo della Lega in Consiglio, Antonio Calligaris, e il capogruppo della lista Fedriga, Mauro Di Bert, che assieme a Fi serrano i ranghi. Per il leghista «diciamo no al sistema dell’accoglienza diffusa, un’esperienza fallimentare. Ora è indispensabile gestire questo fenomeno con la massima attenzione e chiediamo agli organi preposti di proporre le soluzioni meno impattanti. Chiediamo, inoltre, un coinvolgimento da parte del Commissario di Governo per condividere un percorso che porti a un miglioramento della situazione». Per Di Bert «è chiaro che è imprescindibile un intervento del Governo per affrontare la questione dell’hotspot, sulla cui sede non risultano comunicazioni ufficiali, per garantirne una gestione equa e sicura». Di Bert conclude poi con la sottolineatura che «vista l’apprezzata e costante sensibilità e attenzione dimostrata dal ministro Luca Ciriani (di FdI, ndr.) verso le esigenze dei nostri territori, auspichiamo che possa portare all’attenzione del Governo la delicata questione dell’hotspot in Fvg».

Da Walter Rizzetto ieri altra acqua suol fuoco: «Io non incolpo la Regione né il presidente Fedriga. Abbiamo semplicemente parlato di una riflessione ulteriore che vogliamo si faccia su un sito che sembra essere stato indicato (Jalmicco, ndr.). Il fatto che gli hotspot siano da fare mi sembra una cosa ormai avviata, non solo in Fvg, ma chiediamo un’attenta analisi della geografia regionale e solleciteremo il Governo affinché questi centri non diventino luoghi di lunga permanenza per i migranti. Il tema è delicato e serve un tavolo e delle interlocuzioni chiare». Infine la sottolineatura di Rizzetto sull’accoglienza diffusa: «sono stato frainteso o non mi sono spiegato bene. Per me quel modello non ha funzionato, ma quando parlo di accoglienza la intendo diffusa sul territorio italiano ed europeo, in base alle necessità dei territori, anche in termini di forza lavoro».