Taylor Fritz si racconta: responsabilità e sacrifici di un giovane tennista ambizioso-
Essere un tennista professionista ha dei vantaggi, ma comporta molte pressioni. Taylor Fritz racconta al magazine Haute Living (che si occupa di lifestyle dal 2004) di come essere diventato padre così presto, a circa 19 anni, lo abbia aiutato a essere più responsabile. E meno attento alle critiche e condizionamenti esterni.
“Ritengo che avere un figlio mi abbia insegnato molte lezioni su come gestire il tempo. Mi ha insegnato anche a non preoccuparmi eccessivamente delle opinioni degli altri. Prima ero troppo focalizzato sul come la mia carriera potesse essere condizionata dalle cose che la gente diceva, e da cose del genere.”
“Così ho imparato uno, a non preoccuparmi, due semplicemente a gestire le mie attività e la mia produttività al meglio possibile” – continua – “Voglio dire, oggi ho più cose da tenere sotto controllo, e sicuramente sono dovuto crescere più velocemente, ma le cose comunque sarebbero andate in questa direzione. Viaggiavo per il mondo per giocare a tennis da quando avevo 17 anni, quindi al di là delle questioni personali, in questo sport hai comunque la necessità di crescere con una certa velocità”
Taylor Fritz, che ha affermato che per lungo tempo ha desiderato aggrapparsi a una normalità sempre più difficile da mantenere, non nega le difficoltà di vivere una vita con le responsabilità che il lavoro che ha scelto comportano: “Viaggio 10 mesi all’anno oggi. Non riesco a stare molto a casa. Non esco molto con gli amici. Quelli con cui sono più legato sono altri giocatori che viaggiano con me durante il tour“.
“Quando sono a casa mi alleno, passo metà della mia giornata in palestra o in campo, cercando di allenarmi e di migliorare. Perché se non lo fai, se consideri davvero del tempo libero quello in cui non sei in un torneo, non sarai poi in grado di tornare a competere ad alti livelli. Quindi, anche quando stacchi, non stacchi del tutto, più o meno è così che funziona. È dura, io semplicemente l’ho accettato “, ha detto.
A motivare Taylor Fritz nel desiderio di migliorarsi e allenarsi sempre è anche uno spirito competitivo molto radicato. Che contribuisce a renderlo un giocatore ambizioso.
“Non mi accontento di essere solo il miglior giocatore americano. Voglio andare oltre. Voglio essere uno dei migliori giocatori del mondo. Sono estremamente competitivo, quindi in tutto quello che faccio, sento il bisogno di competere “, ha spiegato.
Spirito competitivo e agonismo che a quanto ha dichiarato sembrano non abbandonarlo neanche nelle situazioni più quotidiane, come quando gioca con i videogiochi, per esempio! Ma c’è un momento in cui il ventiquattrenne tennista si rilassa per davvero?
“Quando sento che è opportuno prendersi una pausa e non ho bisogno di allenarmi, cerco di sfruttarlo al meglio sicuramente, perché non succede molto spesso“, risponde. “Sento che ho quasi bisogno di quei piccoli ‘reset’ in cui puoi rilassarti o divertirti. È più facile per me essere portato a lavorare di più ed essere ancora più motivato dopo aver avuto del tempo per rilassarmi.“
(Gian Luca Tilocca)