Venezia, parte la caccia alla stanza in affitto. Studenti sempre più in difficoltà
Per molti cafoscarini, il 14 settembre ricominceranno le lezioni ed è già iniziata la corsa agli alloggi. Corsa, perché chi arriva per ultimo rischia di non trovare niente, dal momento in cui le locazioni turistiche sono più remunerative degli affitti agli studenti e sempre più proprietari decidono di investire sul viavai di vacanzieri.
Mancano le case, quindi, ma non gli studenti, visto che i fuori sede solo di Ca’ Foscari sono circa 8.000, a cui si devono aggiungere anche quelli dello Iuav, dell’Accademia e del Conservatorio per arrivare a oltre 15 mila.
Lo scorso maggio, gli studenti in tenda di fronte alla maggior parte degli atenei d’Italia avevano portato all’attenzione del Governo e del dibattito pubblico il problema del caro affitti. Segni di speranza, nei giorni delle proteste in tenda, erano arrivati dalle promesse della ministra all’università Anna Maria Bernini. «Individueremo gli immobili inutilizzati e li daremo agli studenti», aveva dichiarato.
Ad oggi, però, cambiamenti non ce ne sono e Udu Venezia anticipa che il diritto allo studio e alla casa sarà uno dei temi al centro delle mobilitazioni autunnali. Proprio perché, se si vuole rendere Venezia una città per studenti, serve parlare di politiche abitative, di costi degli affitti e di prospettive lavorative.
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«Gli affitti sono fuori controllo, solo nel nostro comune, rispetto al 2022 sono aumentati del 13%, arrivando a più di 15 euro al metro quadro, più della media nazionale» diceva Marco Dario di Udu Venezia dalla sua tenda. I riflettori erano stati poi puntati sul sindaco Brugnaro che, ad un ragazzo che lamentava di dover pagare 700 euro di affitto aveva risposto: «Tu non meriti di diventare laureato, perché se ti fai fregare 700 euro per un posto letto non meriti di diventare classe dirigente», infiammando l’opinione pubblica, l’opposizione in Consiglio Comunale e - in primis - gli studenti. Arrabbiati ancora oggi, perché da maggio poco è cambiato e le promesse del ministro Bernini non hanno ancora avuto risvolti concreti.
Dal rapporto di «Immobiliare.it Insight» si vede che di passi avanti non ce ne sono stati. Se in tutto il Paese l’offerta delle stanze è cresciuta del 34%, i prezzi restano altissimi e spesso, anziché decrescere, aumentano. Milano resta la città più cara di tutte, il costo medio di una singola è di 626 euro al mese, seguono Bologna con 482 euro al mese per una stanza, Roma e Firenze con il prezzo medio di 435 euro a singola.
E poi c’è Venezia, che è una realtà a sé. Dove le case sono sempre più vuote a causa dell’esodo dei residenti ma, spesso riempite di turisti. Un mercato redditizio, veloce. Da cui qualcuno resta inevitabilmente fuori.