Francesca Quaglia, cafoscarina travolta e uccisa in bici
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foto da Quotidiani locali
L’ultima vittima della scia di sangue degli incidenti in bicicletta a Milano è un’ex cafoscarina, Francesca Quaglia. Ventottenne, aveva studiato inglese e svedese a Ca’ Foscari e si era laureata in Lingue, civiltà e scienze del linguaggio il 6 luglio del 2018, con una tesi di traduzione del testo “La mia Venezia”, di uno dei più importanti autori svedesi, August Strindberg.
Aveva una passione contagiosa, Francesca, per tutto ciò che faceva, dallo studio della cultura scandinava alle traduzioni e alla narrativa, ma anche le varie attività in sostegno dei diritti delle donne. Dopo la laurea triennale, aveva proseguito gli studi di scandinavistica a Milano, dove lavorava come traduttrice e copywriter.
Da più di tre anni lavorava per la rivista indipendente Mulieris, «sono anche una copywriter e correttrice di bozze, l’efficacia del vostro brand passa anche dalle vostre scelte grammaticali, sintattiche e di ortografia, lasciatemele controllare» scriveva sui social per illustrare il suo lavoro.
«Ho studiato a lungo la cultura scandinava, potrei tediarvi facilmente con i miei infiniti racconti» scriveva sul suo profilo Linkedin dove aveva raccontato la sua carriera professionale fino al giorno in cui un autocarro l’ha travolta e uccisa in piazzale Medaglie d’Oro, a Milano. Inutili tutti i soccorsi. —