L’inossidabile Stefano, portiere a sessant’anni: «Seguo gli esempi di Boranga e Vianello»
«Ma tu quando smetti?». A questa domanda Stefano Verdicchio, portiere sessantenne di Maniago (dove è imprenditore artigiano nel settore dei coltelli), ancora non sa dare risposta e lunedì 11 settembre inizierà la preparazione atletica per la sua 32ª stagione consecutiva nel calcio a cinque targato Figc, dopo averne giocate prima altre nel calcio a 11.
A volerlo in campo, nel prossimo campionato nazionale di serie B, il Naonis Pordenone neopromosso. «Ringrazio il ds Di Rosa e mister Criscuolo per la fiducia – ha spiegato l’highlander dei pali –: dopo 5 anni all’Udine city, che non ha proseguito nell’attività, ero senza squadra.
Ma io mi sento ancora bene e reattivo. Darò come sempre il massimo negli allenamenti. Toccherà ai miei giovani compagni, a cui darò volentieri consigli se me li chiederanno, cercare di fare di più per un posto da titolare. Sarò da stimolo».
Compagni che potrebbero essere suoi figli. Anzi, con i suoi due figli Stefano ha già giocato, ai tempi in cui militava nel Maniago.
Samuele ora milita negli amatori, Federico ha seguito le sue orme ed è portiere nel Maccan Prata calcio a 5, fresco di promozione in A2.
«Un orgoglio aver potuto giocare con loro – ha ricordato Verdicchio – anche se non ho forzato nessuno a seguire le mie orme. In particolare Federico era addirittura centrocampista nel calcio a 11».
Altra forza arriva dalla moglie, che lo sostiene nella sua carriera sportiva. «Mi dà sempre utili consigli – ha proseguito l’estremo difensore –. Con lei non avrei fatto l’errore più grande: dire no alla Folgore Pordenone che negli anni’90 mi avrebbe permesso di giocare in B da portiere titolare».
Ai tempi, dopo un inizio nel calcio a 11 con il Fanna Cavasso, si era messo in luce tra i pali del Maniago 90 calcio a 5 a partire dal 1991.
Poi tanti anni nella squadra della sua città, inframmezzati con un’esperienza a Pordenone, sempre in serie C regionale (nel palmares vittorie in Coppa Italia e nei play-off). Poi la chiamata a Udine.
«E qui nella primavera 2022 – ricorda Verdicchio – ho potuto coronare il mio sogno di giocare in cadetteria, grazie a mister Pittini che mi ha schierato contro il Cornedo in un match in cui ho ben figurato».
Ora torna in serie B con il Naonis, dove il suo record di longevità sportiva rischia di essere ritoccato già a breve: infatti il 1 ottobre compirà 61 anni mentre il torneo cadetto inizierà il 14 ottobre.
A proposito di longevità: non ci sono segreti ma solamente il duro lavoro e la passione. «Fortunatamente – ha dichiarato – non ho mai subito infortuni seri e di mio mi sono sempre tenuto allenato anche con tornei amatoriali quando si fermava la stagione federale.
Pure quest’estate ho vinto insieme ai compagni del Pordenoneamatori la Coppa Italia Aics e il premio di miglior portiere in diversi tornei».
Altro elemento importante la voglia di imparare. «Quando ho iniziato – ha evidenziato – i portieri erano chiamati a grandi tuffi, poi è venuta una tendenza a chiudere di più lo specchio della porta fino ad arrivare all’interpretazione moderna del gioco in cui si sta molto attenti alla posizione anche rispetto il secondo palo.
Ho sempre seguito quello che di buono mi hanno dato come consigli allenatori, preparatori e compagni di squadra. Da parte mia punto sempre, anche in caso di vittoria, a non prendere gol ma con il tempo ho acquisito una maggiore capacità di gestire le emozioni durante gli incontri».
Due gli esempi da seguire: «Lamberto Boranga che fino a 77 anni ha giocato come portiere di calcio a 11 in Terza categoria, dopo aver militato anche in serie A – conclude Verdicchio – e Raimondo Vianello che fino a 80 anni non mancava mai di scendere in campo con gli amici».