Scherbakova: «La guerra è una catastrofe ma in Russia non c’è stata una ribellione»
Per una pacifista di lungo corso come lei, convinta che niente potesse essere più orribile della guerra, dev’essere difficilissimo pronunciare certe parole.
Eppure lo fa convintamente, Irina Scherbakova, storica e scrittrice, co-fondatrice dell’organizzazione russa Memorial per i diritti umani, vincitrice nel 2022 del premio Nobel per la pace.
“Per sconfiggere Putin oggi non c’è altra strada: dobbiamo opporci con tutti i nostri mezzi a disposizione: i mezzi militari, le armi e in questo momento stare a fianco dell’Ucraina. Per quanto sembri impossibile dirlo, chi adesso lancia appelli per la pace in realtà sta sostenendo la guerra”. Scherbakova è in Italia per un doppio appuntamento – sabato sera a Udine, domenica a Pordenonelegge (alle 10, nell’auditorium Vendramini, in dialogo con Andrea Gullotta presidente di Memorial Italia, introdotti da Tommaso Piffer) promosso dall’Associazione Friuli Storia, e in collaborazione con Memorial International.
Mentre l’informazione di tutto il mondo è concentrata sugli eventi bellici in Ucraina, la presenza di Scherbakova, che incontra la stampa in collegamento video, permette di aprire una finestra sulle ripetute violazioni perpetrate dal governo di Mosca dall’inizio del conflitto e sulla Russia che resiste a Putin.
«Pensavo che fosse una catastrofe così enorme, la guerra, da provocare una protesta di massa, ma così non è stato. Le cause sono diverse: intanto molta gente è abituata a sottomettersi al regime e anche se non è d’accordo pensa che Putin sappia cos’è meglio per il popolo russo; il 15, 20 per cento di popolazione contraria alla guerra, che è comunque una porzione significativa, se n’è andata dalla Russia.
E infine, le autorità hanno messo in atto una fortissima repressione: chi esprime contrarietà alla guerra viene picchiato, arrestato, subisce processi farsa, torture».
Scherbakova rende noto che attualmente, in Russia, è stato completamente cancellato il concetto di diritto, e che la stessa Costituzione è continuamente violata.
Per quanto riguarda la rete europea dell’associazione Memorial, che sta cercando di portare avanti il suo lavoro pur fra immaginabili difficoltà, uno degli impegni attuali è la documentazione dei crimini di guerra in Ucraina, «perché la storia insegna che, in assenza di testimonianze, diventano difficili da dimostrare».