Palpano il derubato: scatta la violenza sessuale di gruppo

foto da Quotidiani locali

Si fossero limitate a rubare l’orologio il reato sarebbe stato solo quello di furto con destrezza. Anzi, nel caso specifico di tentato furto, poiché il colpo non andò a segno. Ma l’aver abbracciato e toccato i genitali della loro preda e aver pronunciato la frase «vieni a fare sesso con me, abito qui dietro» ha aggiunto un reato ben più pesante: violenza sessuale di gruppo. Per quel gestoè finita a processo una delle due donne che nel maggio del 2016 avevano cercato di rubare l’orologio a un 76enne di Goito, adescandolo con la scusa di fare sesso.

Il pensionato, oggi 83enne, aveva subito reagito al furto e alla avances delle due giovani donne, una alta «molto bella ed elegante», l’altra più bassa e «con un neo sul viso, forse finto». Le due donne avevano agito con l’ormai nota tecnica dell’abbraccio, diffusa in tutta Italia per sottrarre orologi, collane e portafogli alle persone anziane incontrate in strada.

«Quella più alta mi è venuta incontro e mi ha abbracciato stringendomi forte – ha raccontato il pensionato –. L’altra, quella più bassa, mi ha messo le mani in mezzo alle gambe, mi ha palpeggiato i genitali e mi ha chiesto se volevo fare sesso con lei nel suo appartamento lì vicino».

L’83enne le ha subito respinte con un calcio e ha attirato l’attenzione di una pattuglia dei carabinieri che stava arrivando. Nel frattempo le due erano già sparite a bordo di un’auto grigia. Nella caserma dei carabinieri il pensionato ha riconosciuto le due ladre da un album di persone fotosegnalate: «Sono loro – ha detto ai militari – non ho il minimo dubbio». E così ieri a processo per violenza sessuale di gruppo (il tentato furto è oggetto di un procedimento a parte) è finita una delle due: Claudia Dragusin, 33 anni, di origine rumena e senza fissa dimora. L’imputata non era presente in aula e quindi il pubblico ministero dopo aver sentito la testimonianza della parte lesa ha chiesto di approfondire l’aspetto dell’identificazione della donna da parte del pensionato. Il processo è stato rinviato al 19 febbraio 2024.