Lite e spari in una casa a Porcia, un ragazzo ferito
Due adolescenti si presentano nell’abitazione di un terzo, che reagisce e ne colpisce uno, al petto e alla nuca, con una pistola a pallini
PORCIA. Due spari vanno a segno, colpendo al torace e alla nuca. Ma non è la simulazione di una battaglia di softair: i pallini che domenica sera hanno raggiunto un adolescente a Porcia hanno ferito per davvero. Niente di grave, dal punto di vista sanitario. Dal punto di vista sociale, una situazione che preoccupa il sindaco e che tiene impegnati gli investigatori.
Sono circa le 20 di domenica sera quando intervengono le volanti della polizia e un’ambulanza. Poco prima un ragazzino viene visto girare per la strada con la maglia insanguinata. Saranno i poliziotti a ricostruire l’accaduto, e il loro lavoro non è terminato.
Secondo le prime informazioni, un gruppo di ragazzini si è presentato sotto casa di un adolescente. Per quale motivo – screzi, bullismo, droga (anche se questa ipotesi è la meno accreditata) – non è ancora stato definito. Il gruppo batte violentemente alla porta, il ragazzino, minorenne come tutti gli altri, reagisce con altra violenza.
Tira fuori una pistola a molla, spara. I pallini colpiscono uno dei ragazzi, che viene ferito al torace e alla nuca. Viene portato in ambulanza in ospedale, da dove fortunatamente è già stato dimesso.
Per gli agenti delle volanti inizia un lungo lavoro per ricostruire modalità e motivazioni della lite: l’arma, di libera vendita, è stata sequestrata. Oltre al ragazzino che ha sparato, vengono identificate altre due persone.
Maschi, minorenni come il primo. Gli altri adolescenti presenti non avrebbero preso parte attivamente all’episodio. Nessun nome noto alla polizia.
«Appena ho saputo dell’intervento della polizia mi sono informato – spiega il sindaco di Porcia Marco Sartini – ma è già un anno e mezzo che cerco di far capire che c’è un’esplosione di fatti di questo tipo».
Difficile non pensare all’accoltellamento avvenuto nel sottopasso di Sant’Antonio e ai diversi furti registrati nell’ultimo periodo. «Secondo me – continua Sartini – è la deriva di quanto accaduto nel 2020, con i ragazzini chiusi in casa. In quel periodo non succedeva nulla, dopo c’è stata un’esplosione di atti di vandalismo.
Ma io mi appello ai genitori: è per questo che abbiamo proposto serate informative come quella con Paolo Crepet, dove c’erano 500 persone e che continua essere vista online. Non è il sindaco a educare, non sono gli insegnanti: l’educazione la devono dare i genitori». —
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