Domenica e lunedì a Carceri e Vighizzolo si vota per Santa Caterina d’Este
Sarà Santa Caterina d’Este a portare “in pareggio” il bilancio delle fusioni nel Padovano? Oggi 29 ottobre e domani 30 si vota per la fusione di Carceri e Vighizzolo d’Este, e dunque per l’istituzione del nuovo Comune di Santa Caterina d’Este, ente da 2.360 abitanti e quasi 27 chilometri quadrati.
Uno sguardo alla storia recente delle fusioni nella nostra provincia è d’obbligo: archiviata in un’era remota (era il 1995) la creazione di Due Carrare (frutto della fusione di Carrara Santo Stefano e Carrara San Giorgio), se si guarda agli ultimi cinque anni il bilancio di fusioni nel Padovano vede un successo e due ko.
Il caso Borgo Veneto
L’esempio positivo è quello di Borgo Veneto, pur con qualche riserva: era il 2018 (voto a dicembre 2017, in realtà) e in ballo c’erano quattro Comuni. Il nuovo Comune passò con il 68% dei consensi, ma il favore dei cittadini non fu omogeneo: a Megliadino San Vitale trionfò infatti il “no”, tanto da causare l’esclusione di questa municipalità dall’aggregazione di Saletto, Megliadino San Fidenzio e Santa Margherita d’Adige. Cambiò persino il nome del nuovo Comune, da Quattroville a Borgo Veneto.
Nel giro di un anno ecco invece due progetti affondati: a dispetto nel nome crollò come un castello di sabbia quello di Fortezza d’Adige, che doveva nascere dal legame di Masi e Castelbaldo. Vinse il “sì” nel primo paese, ma il sorpasso del “no” a Castelbaldo fu così netta che il progetto naufragò con il 65,5% dei contrari totali.
Niente Terre Conselvane
Negli stessi giorni si dissolse nel weekend di voto anche il futuro di Terre Conselvane, qui davvero in maniera netta: 80% e più di “no” nel totale, e posizioni nettamente ostili sia a Conselve che a Terrassa Padovane e Cartura.
E con Santa Caterina d’Este che aria tira? I due fronti si sono fatti sentire in egual misura: in questi giorni più di qualche cittadino ha la cassetta della posta piena di lettere “no-fusione”, mentre non si contano i post degli amministratori che credono in questo percorso.
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Un pronostico è dunque azzardato, tanto meno in questo giorno di voto. Il clima pare molto più quello da vigilia nel nascente Borgo Veneto, anche se va detto che lì si parlava di un Comune da oltre 7 mila abitanti, qui invece – tasto dolente della fusione – ci si limita a poco di più 2 mila.
Rispetto agli ultimi referendum, quello di oggi e domani (si vota dalle 7 alle 23, lunedì dalle 7 alle 15) parte in ogni caso con un leggero vantaggio: il quorum, infatti, è sceso di ben venti punti percentuali grazie alla nuova legge regionale. Basteranno 600 elettori alle urne (il 30%), e ovviamente la maggioranza dei “sì”. Non resta che attendere l’esito: appuntamento a domani pomeriggio.