Nessuna anomalia sull’aereo di Silvia atterrato sul Lagorai. L’incidente attribuibile al «fattore umano»
foto da Quotidiani locali
L’indagine sull’aeromobile costretto a un atterraggio di emergenza sulla catena del Lagorai il 28 dicembre dell’anno scorso non ha evidenziato anomalie sul velivolo. Il Piper condotto da Silvia De Bon, giovanissima pilota di Longarone, non ha avuto problemi.
Per l’Ansv, l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, «l’incidente, attribuibile al fattore umano, è dipeso dalla inadeguata valutazione da parte del pilota delle capacità di salita dell’aeromobile in relazione all’ostacolo da superare».
Una montagna, che il Piper avrebbe dovuto oltrepassare per rientrare a Belluno. Silvia però è stata brava, si legge poco più avanti, ad aver mantenuto il controllo del velivolo e a non aver virato, evitando «potenziali catastrofiche conseguenze». La relazione d’inchiesta è stata pubblicata sul sito dell’Ansv venerdì. Le inchieste, si legge, hanno l’unico obiettivo di prevenire futuri incidenti, non di attribuire colpe e/o responsabilità (per quelle c’è l’autorità giudiziaria).
I fatti
La mattina del 28 dicembre 2022 il Piper PA-28 I-PIDR decollò dall’aeroporto di Belluno alla volta di quello di Trento. Ai comandi Silvia De Bon, a bordo anche suo fratello e la fidanzata di lui. Ripartito da Trento, visto l’approssimarsi delle effemeridi, il pilota ha deciso di evitare il sorvolo di Cortina, come aveva inizialmente programmato, e di procedere verso Belluno sorvolando Moena e Predazzo dopo un touch and go a Bolzano.
Imboccata la valle che sale alla Forcella di Valmaggiore, De Bon ha sentito l’aereo perdere potenza e quota e non è riuscita a svalicare. Stretta in una gola, fra due costoni di roccia, non poteva virare e ha fatto planare il Piper su un pendio innevato, poco distante dal bivacco “Paolo e Nicola”. I tre ragazzi sono usciti autonomamente e hanno chiamato i soccorsi. I due passeggeri vennero dimessi dall’ospedale di Trento in serata, Silvia resto in ospedale un paio di giorni. L’aereo è stato poi smontato e riportato a Belluno.
L’inchiesta sulla sicurezza
L’Ansv ha preso in esame tutti i fattori.
Le condizioni meteorologiche erano «ottimali». I comandi di volo erano «in sostanziale efficienza al momento dell’impatto». I controlli sul motore «hanno restituito risultati nella norma, senza evidenziare anomalie». A posto anche l’impianto elettrico, l’elica, le condutture del carburante. L’aeromobile «era in stato di completa efficienza e regolarmente mantenuto», si legge. L’indagine «non ha evidenziato anomalie» e l’impatto al suolo è avvenuto «con motore in potenza».
Fattore umano e organizzativo
«Il terreno sorvolato era caratterizzato da dislivelli importanti e crine e crinali di altitudini significative», scrive l’Ansv. Caratteristiche che «devono essere considerate in fase di pianificazione», «con salite preventivamente e puntualmente effettuate a quote tali da consentire un sicuro affrancamento degli ostacoli e dei potenziali fenomeni aerologici associati (turbolenze e discendenze) prima di dirigere verso essi. L’orario in cui ha avuto luogo la fase di rientro ha verosimilmente contribuito alla scelta di alcune decisioni affrettate da parte del pilota e sicuramente alla decisione di modificare la programmazione originaria».
Il pilota «aveva una limitata esperienza di volo totale» che «non comprendeva una documentata esperienza pregressa di volo in valle con superamento e sorvolo di montagne elevate», continua l’Agenzia.
L’impiego dei dispositivi elettronici per pianificare il volo, se da un lato aiuta, dall’altro «contribuisce a ingenerare una eccessiva sensazione di sicurezza che potrebbe portare a tralasciare, o a enfatizzare meno, molteplici aspetti in fase di pianificazione del volo, come la selezione delle quote minime da mantenere in rotta, i punti di inizio salita, ecc».
«Anche la gestione inadeguata delle tempistiche del volo di ritorno può avere contribuito a decisioni non ottimali derivanti dalla fretta e dalla inesperienza».
Evitata una catastrofe
Alcuni elementi hanno però contribuito a evitare conseguenze tragiche. «L’assenza di ostacoli» e la presenza di neve che ha attutito l’impatto; «la decisione del pilota di non virare per tentare di individuare una via di scampo quando ormai l’aereo era a bassissima quota, prossimo all’impatto»; «il mantenimento, da parte del pilota, del controllo del velivolo, che è stato fatto volare fino a quando non è entrato in contatto con il suolo alla minima velocità di sostentamento».
Raccomandazioni
L’Ansv segnala anche «la mancanza (non prevista, ma auspicabile) di una qualsivoglia forma di supervisione di un neo pilota, che non ha ancora una formazione sufficientemente sviluppata». E raccomanda quindi ad Enac di sensibilizzare le organizzazioni dove operino neo piloti sull’opportunità di seguirli e aiutarli a pianificare i voli e valutare i rischi potenziali.