Piantedosi a Trieste: “Hotspot in Fvg, dossier ancora aperto”
TRIESTE. «Con le decisioni prese oggi Italia, Slovenia e Croazia puntano a potenziare al massimo i controlli e le attività di filtro lungo la rotta balcanica. Adesso inizia anche un confronto tecnico fra i tre Paesi per cercare di applicare con efficacia queste misure e in prospettiva anche di implementarle».
Lo ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga dopo il vertice trilaterale Italia-Slovenia-Croazia che si è tenuto questa mattina a Trieste, convocato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che in precedenza ha anche presieduto il Comitato provinciale dedicato all’ordine e alla sicurezza pubblica. Un vertice che ha visto la partecipazione dei ministri della Slovenia Boštjan Poklukar, della Croazia Davor Božinovic e dello stesso governatore Fedriga.
«Il ripristino alle frontiere è stato adottato con qualche dispiacere per noi, per gli amici sloveni e croati e di altri paesi, ma è necessario» in seguito «alle analisi fatte dagli specialisti dopo l’insorgere del conflitto israelo-palestinese». Ha detto Piantedosi, in conferenza dopo il trilaterale.
«Quella con i colleghi della Slovenia e della Croazia - ha spiegato Piantedosi - è stata una discussione molto concreta, molto operativa, e ci ha dato anche degli spunti molto concreti per la collaborazione che ci siamo promessi di adottare. Ma ci siamo anche confrontati - ha proseguito - sui dati dei primi 10 giorni di controlli e sull’importanza degli stessi. Noi abbiamo controllato numeri davvero importanti: 19 mila persone circa, con 10 mila veicoli, rintracciando all’ingresso 300 cittadini stranieri, assoggettati al regime di respingimento, ma soprattutto arrestando una decina di persone per il reato specifico di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E ci sono state 35 persone denunziate per reati vari».
Nel corso della riunione è stata deciso di intensificare il presidio dei confini rendendo strutturale la presenza di brigate miste, di istituire dei centri permanenti di coordinamento gestiti dalle forze di polizia e di individuare una modalità stabile di condivisione delle problematiche che i tre Stati si trovano ad affrontare in questo quadrante geografico.
«L’operatività delle brigate miste dipenderà anche dagli incontri tecnici che dovrebbero iniziare nei prossimi giorni - ha spiegato Fedriga -. Questo è un passaggio necessario anche per declinare al meglio queste misure nei diversi territori nel rispetto delle legislazioni vigenti nei tre Paesi».
Nel corso della riunione sono stati diffusi anche alcuni dati riguardanti l’attività garantita dalle forze dell’ordine e dai militari sul confine italiano: quasi 19mila persone e 10mila veicoli controllati, una decina di persone arrestate per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e 35 persone denunciate per reati di varia natura. Alla riunione del Comitato provinciale dedicato all’ordine e alla sicurezza pubblica ha preso parte anche l’assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti.
Il caso hotspot
La necessità di realizzare un hotspot in Friuli Venezia Giulia «era legata all'esigenza di stazionamenti in strada di cui soprattutto la città di Trieste ha sofferto. Serviva a dare un riparo a persone che si aggregano o si aggregavano. Ora quell'esigenza potremmo assolverla se avessimo un sollievo complessivo sugli arrivi e quindi sul sistema di accoglienza nazionale. Dunque è un dossier che non abbiamo ripreso ma non abbiamo chiuso».
Così il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha risposto a chi gli chiedeva del Cpr in Friuli sottolineando che le scelte saranno condivise con gli amministratori locali.
«A Ventimiglia - ha spiegato il ministro - a parte il Cpr, gli amministratori locali hanno ben capito che era meglio evitare che ci fosse il girovagare delle persone senza un tetto sulla testa che non dare loro un riparo».
Questo, ha puntualizzato Piantedosi, «non significa legittimare le presenze ma semplicemente gestire quell'aspetto del problema che incide sulla dignità, sulla sicurezza delle persone ma anche sul degrado cittadino».