Non soltanto Pafundi, alla ribalta anche Pejicic e il friulano Nwachukwu
foto da Quotidiani locali
UDINE. «Io sarei fiero di sapere che, se qualcuno dei senatori sbaglia partita, ho uno dei giovani pronto a dare il suo contributo. Ho vinto nel dargli fiducia e loro hanno vinto nel battere presente. Ora i leader sanno che accanto hanno altri giovani dietro, e questa gara ci servirà per la salvezza».
Sì, facciamoci pure guidare dalle parole di Gabriele Cioffi per andare alla scoperta dei giovani bianconeri che mercoledì sera hanno riempito di speranze l’amara notte di Coppa Italia per l’Udinese, conclusasi con un gol all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare da parte del Cagliari.
«Giovani pronti», come li ha poi definiti nel dopo partita il tecnico, che non ha esitato a lanciarli, uno dopo l'altro, sotto gli occhi incuriositi dei tifosi e di Gianpaolo Pozzo presente in tribuna, fino a quell’ultimo cambio operato a inizio supplementare che ha fatto impazzire tutta Nogaredo di Prato.
Sì, perché quando Samuel John Nwachukwu ha rilevato Axel Guessand, esploso di gioia al suo primo gol da professionista, più di qualcuno è accorso a casa Ziraldo, là dove si parla friulano.
È lì che la madre di Samuel, la signora Maria Grazia, originaria delle Antille, è infatti cresciuta dopo essere stata adottata assieme al fratello Claudio, diventato poi il primo alpino di colore della storia. Samuel ha preso anche il secondo nome, quello del padre nigeriano John Nwachukwu che mercoledì era allo stadio e che dopo la partita ha riportato a casa il figlio, trovando una folta compagnia di amici che ha festeggiato l’esordio tra i professionisti del giovane difensore della Primavera, semplicemente il più friulano di tutti visto che Samuel capisce e parla la lingua della nostra terra.
Per lui, che domani compirà 18 anni, quella di mercoledì resterà una serata memorabile, così come lo è stata per altri giovani lanciati all’esordio da Cioffi.
E qui bisogna fare un passo indietro parlando di quell’Antonio Tikvic piazzato al centro della difesa per tutti i 120 minuti.
«Non aveva un minuto in A e ha giocato benissimo», dirà poi Cioffi, commentando la prima uscita del classe 2004 nato ad Amburgo da genitori croati, cresciuto tra St.Pauli, Amburgo, l’academy dell’Eintracht Francoforte fino ad arrivare al Bayern Monaco, da cui l’Udinese lo ha prelevato a inizio settembre. Fisico e sicurezza col mancino ne ha dimostrata tanta Tikvic, così come quell’Etienne Camara che ha sostituito Walace in mezzo al campo. Il classe 2003 è stato preso dall'Huddersfield, nella Championship inglese, ma è Parigi, nel piccolo club del Torcy che ha cominciato a giocare, prima di passare all’Angers.
«Adesso so che se a Walace viene il raffreddore può giocare Etienne», ha detto poi Cioffi, che non ha di certo scoperto il talento di Simone Pafundi, abbagliante per tecnica nei supplementari, bensì la maturità del sedicenne David Peijcic, lo sloveno che l’Udinese pescò tre anni fa nel Nova Gorica.
«Sembrava avesse trent’anni», ha detto Cioffi dopo averlo impiegato nei supplementari da mezzala. Nella Primavera gioca trequartista e i colpi migliori non li ha fatti vedere, così come altri colpi sono rimasti in canna a Marley Akè, arrivato dalla Juventus, e nei supplementari alla prima punta Sekou Diawara, con doppia nazionalità belga e guineana, preso l’anno scorso dal Jong Genk con cui è arrivato alla Under 19 del belgio.