Padova, mancano di nuovo gli autisti: lunedì 6 novembre saltano 50 corse
I subappalti fatti da BusItalia per fronteggiare la carenza di autisti non stanno risolvendo i problemi del trasporto pubblico padovano. Da diverse settimane, infatti, sono tornate a saltare molte corse come succedeva nei mesi scorsi. Lunedì 6 novembre, secondo quanto sostengono i sindacati di base Adl/Cobas, Sgb, Fast e Sls, ne dovrebbe saltare, tra servizio urbano ed extraurbano, una cinquantina con i conseguenti disagi per gli utenti.
I sindacati di base sono infuriati e non solo per interi turni di servizio che non possono essere effettuati per carenza di autisti: «Hanno lasciato BusItalia anche autisti del tram, essenzialmente per motivi economici ma anche perché tanti turni sono troppo pesanti. Solitamente si rivolgono all’Actv, dove i conducenti ricevono un’indennità di guida di 15 euro», spiegano Stefano Pieretti e Davide Parpaiola, leader di Adl, «a tale proposito stiamo valutando di intraprendere un’azione legale contro BusItalia perché gli amministratori continuano a non concedere agli autisti, che hanno scelto di lavorare in altre aziende, il certificato di servizio. È un fatto grave perché i lavoratori in fuga dall’azienda non possono effettuare la ricostruzione della loro carriera. Evidentemente dicono di no come deterrente».
Tuttavia, non sono solo i sindacati di base a mobilitarsi, ma anche i confederali, con strumenti di lotta diversi, ma non per questo meno incisivi: «La musica è sempre la stessa rispetto a quando è iniziato il servizio autunno-inverno, lo scorso settembre» dice Andrea Rizzo, della segreteria territoriale della Filt-Cgil «mancano autisti su tutti i fronti, sulle linee urbane, extraurbane e anche sul tram. Li cercano come fossero oro la maggior parte delle aziende, sia pubbliche che private, in particolare quelle del nord dove i lavoratori, quasi tutti provenienti dalle regioni meridionali, devono pagarsi anche l’alloggio. Si salvano solo le aziende in cui arrivano più contributi e dove ci sono situazioni di risorse interne differenti da quelle di BusItalia Veneto. All’Actv, ad esempio, gli stipendi leggermente più alti con varie indennità accessorie li pagano i turisti, costretti a pagare la corsa di un vaporetto ben 9,50 euro».
Rizzo, inoltre, mette sotto accusa anche i turni dei lavoratori: «In BusItalia Veneto ci sono troppi turni spezzati. Tanti conducenti, per fare le sette ore giornaliere devono restare a disposizione dell’azienda anche fino a tredici ore. Questo è uno dei tanti motivi per cui alcuni autisti, appena possono, vanno via da BusItalia. A tale proposito, l’azienda, di recente, è venuta incontro alle nostre rivendicazioni con alcune turnazioni leggermente meno pesanti, ma invitiamo i vertici dell’azienda a fare molto di più a vantaggio dei lavoratori. BusItalia Veneto è di proprietà delle Ferrovie dello Stato al 79%. Perché i ferrovieri devono prendere un buono stipendio, mentre gli autoferrotranvieri sono retribuiti molto di meno?».