Isonzo, le opere di messa in sicurezza hanno salvato Sagrado e Gradisca
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foto da Quotidiani locali
GRADISCA Sagrado e Gradisca affronteranno con (relativa) tranquillità l’odierna allerta idrica di tipo arancio proclamata ieri dalla Protezione Civile regionale. I comuni dirimpettai hanno tirato un sospiro di sollievo dopo le due piene dell’Isonzo che nel giro di una settimana hanno messo a dura prova i generosi volontari e i tecnici che si sono prodigati per la sicurezza.
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Il doppio stress test ha evidenziato la tenuta del sistema e l’efficacia delle opere di messa in sicurezza idrogeologica svolti in questi anni con l’aiuto della Regione: per quanto concerne Sagrado e le sue frazioni, la collocazione del “tubone” e il rafforzamento degli argini sulla sponda sinistra hanno migliorato di molto, ove proprio non risolto, i rischi di allagamento di via 2 Giugno e delle aree circostanti.
E a Gradisca la messa in sicurezza del Salet pare ormai un fatto assodato – il borgo non è stato “preso alle spalle” dalle acque della Roggia – ma hanno pagato anche gli interventi di manutenzione degli argini e di pulizia dalla vegetazione a monte della passerella fra la Fortezza e Sdraussina, che hanno consentito un migliore deflusso delle acque.
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Questo però non significa poter abbassare la guardia. Non è un caso che il sindaco di Gradisca, Linda Tomasinsig, abbia auspicato la futura realizzazione di un diaframma rinforzante sull’argine, sulla falsariga di quanto avvenuto sulla sponda sagradina. E poi si riapre il dibattito attorno alla necessità di attività di sghiaiamento lungo il letto dell’Isonzo, in modo da incrementare la capacità dell’alveo. Negli anni ’60, a monte del ponte di Sagrado, era funzionante un sistema fisso di recupero della ghiaia dal fiume.
Molti residenti invocano un ritorno a quelle modalità. Altri la cassano per il rischio di alterazione ambientale e di speculazioni. È ora di riaprire un dibattito costruttivo a riguardo