«Ascensore guasto, nessuno interviene», anziana malata si sente prigioniera in casa a Lunetta
Prigioniere in casa. Sono le undici famiglie che abitano nel palazzo di proprietà Aler di viale Lombardia 8, quartiere di Lunetta. Qui, da venerdì scorso, l’ascensore non funziona e per gli abitanti dei piani superiori, la maggior parte dei quali anziani, questo è diventato un problema quasi insormontabile. Per uscire di casa, quelli del quinto piano, l’ultimo, si devono sobbarcare 125 scalini. Passi se è solo una o due volte al giorno, ma se per necessità le uscite sono di più bisogna essere degli atleti per superare la fatica. Chi abita più in basso ha meno gradini da fare, ma non sempre è una fortuna. Come dimostra il caso della signora 77enne che vive sola, con un cane, in un appartamento del quarto piano: è una di quelle persone che, per avere un animale, è costretta a sobbarcarsi discesa e salita più volte al giorno. «Sono in difficoltà – si lamenta – oltre all’età ho dei problemi cardiaci che di recente mi hanno costretta in ospedale».
Che cosa succede in quel palazzo? Lo spiegano gli inquilini: il problema dell’ascensore malfunzionante si trascina da tempo. L’Aler, quando si blocca, fa intervenire la ditta specializzata che mette una pezza. Ma poi spesso il rattoppo cede e la situazione torna al punto di partenza, proprio come succede nel gioco dell’oca quando si incappa nella casella sbagliata.
«Venerdì scorso (3 novembre) – racconta la 77enne – siamo rimasti bloccati. L’ascensore si è guastato e non c’è stato verso di farlo ripartire. Ho chiamato Aler che, a sua volta, mi ha detto di rivolgermi alla ditta specializzata. L’ho fatto, ma ancora non si è visto nessuno».
«È successa la stessa cosa anche a me, ho chiamato e sto ancora aspettando» rivela Lidia Bertellini che con la sua associazione Vivere la città si è presa a cuore il caso dell’ascensore. «È tanto tempo che c’è questa situazione – conferma – dieci giorni fa, per esempio, c’è stato un altro guasto che mi è stato segnalato: i tecnici sono intervenuti e l’hanno riparato, ma due ore dopo l’ascensore era ancora fermo».
«I tecnici – fa eco la 77enne – con me sono stati chiari. Mi hanno detto che quell’ascensore ha cinquant’anni e dovrebbe essere sostituito, ma l’Aler non è disponibile a spendere. “Noi cambiamo il pezzo che si rompe, ma più di tanto il nuovo non resiste” hanno confessato candidamente».
«Ho fatto mettere un cartello davanti all’ascensore per segnalare il guasto – spiega ancora Bertellini, consigliere comunale del gruppo misto – voglio evitare che qualcuno rischi di cadere nel vuoto, se apre la porta e non trova l’ascensore. È già capitato a qualcuno di non trovare la cabina – rivela – è successo quando la stessa signora che si è rivolta a me è rimasta bloccata dentro, con l’ascensore fermo a mezzo metro dall’uscita».
«E per fortuna che all’interno non ero sola, altrimenti sarebbe stato il panico» completa la descrizione della brutta avventura la signora. Che tiene a raccontare le sue vicissitudini per uscire di casa: «Abito al quarto piano e devo portare fuori più volte al giorno il mio cagnolino, che tra l’altro è cieco. Quando scendiamo lo tengo in braccio; quando risaliamo, facciamo due-tre gradini alla volta insieme e poi ci fermiamo perché non ce la facciamo più». «Una situazione insostenibile – rincalza Bertellini – bisogna intervenire al più presto. Io sono al fianco di quelle famiglie e continuerò a sollecitare Aler perché intervenga».
L’azienda: «Ma per sistemare gli alloggi servono 2,7 milioni all’anno»
La manutenzione degli alloggi popolari, compresa quella delle infrastrutture condominiali come gli ascensori, è il grosso problema che quotidianamente deve affrontare l’Aler di Mantova, Brescia e Cremona. Che lo scorso agosto ha ricevuto da Regione Lombardia uno stanziamento di quattro milioni e mezzo di euro per il recupero, la riqualificazione e la manutenzione degli appartamenti popolari e un altro milione per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Il patrimonio di Aler, nel Mantovano, ha bisogno di interventi sostanziosi. La stessa azienda di viale Risorgimento di recente ha spiegato che servirebbero almeno due milioni e 750mila euro all’anno solo per far tornare abitabili gli alloggi che vengono liberati dagli inquilini. Una volta tornati a disposizione, per riassegnare gli appartamenti bisogna ristrutturarli. Ogni alloggio lasciato, o da mettere a posto perché non assegnabile, richiede interventi manutentivi che costano, in media, tra i 15mila e i 30mila euro (la maggior parte, circa il 70% degli appartamenti) e tra i 4 mila e i 10mila euro (il restante 30%).
Considerato che gli appartamenti sfitti nel Mantovano sono oltre settecento, la spesa che dovrebbe sostenere Aler è ingente. Il patrimonio dell’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale pubblica consta di oltre 3.400 alloggi in tutto il Mantovano, con Mantova e Suzzara che la fanno da padroni come numero di appartamenti presenti sul loro territorio.
Il nuovo presidente dell’Aler di Brescia, Cremona e Mantova, Amedeo Ghidini, di recente alla Gazzetta di Mantova ha dichiarato che «gli stanziamenti della Regione per il prossimo futuro sono ingenti. È, infatti, di oltre un miliardo e mezzo di euro la cifra per il Piano casa della Lombardia e servizi abitativi per il triennio 2022-2024 varato dalla Regione, con lo scopo principale di ristrutturare e riorganizzare il patrimonio esistente. Verranno valorizzati gli immobili e si punterà su progetti di rigenerazione urbana. Le nostre intenzioni sono in sintonia col recupero dell’esistente».