Ridisegnata l’entrata alla città: a Gorizia aiuola spartitraffico anti-furbetti
GORIZIA È l’antidoto a chi, in barba al Codice della strada, raggiungeva direttamente, e in maniera sin troppo disinvolta, l’ospedale di via Fatebenefratelli svoltando a sinistra senza raggiungere la rotatoria di piazzale Saba per poi tornare indietro. Al centro della carreggiata, in via Aquileia, si sta realizzando uno spartitraffico vero. Non è più una delimitazione fatta di delineatori stradali flessibili in gomma che venivano regolarmente “calpestati” con gli pneumatici dagli automobilisti desiderosi di raggiungere il San Giovanni di Dio in tempi più brevi ma cordoli in cemento che sembrano destinati a ospitare un’aiuola.
Niente sbarre e nessun semaforo
Viene così, anche, a cadere la richiesta del Tribunale per i diritti del malato che aveva caldeggiato, sulle pagine del Piccolo, la realizzazione di una svolta a sinistra, subito dopo il sottopassaggio ferroviario, per consentire alle ambulanze di arrivare prima al nosocomio. Niente passaggio, niente sbarre, nessun semaforo a chiamata. «Anche perché il problema non sussiste - hanno spiegato, all’unisono, in una delle ultime sedute del Consiglio gli assessori comunali ai Lavori pubblici Sarah Filisetti e alla Viabilità Francesco Del Sordi -. Il tragitto che gli autisti delle ambulanze provenienti dalla Mainizza o da Lucinico devono percorrere per raggiungere l’ospedale non deve essere quello di via Aquileia. Dovrebbero svoltare in via Lungo Isonzo Argentina e, successivamente, in via Diacono». Un percorso, a sentire Del Sordi, «caldamente suggerito» ai soccorritori dalla stessa Asugi, l’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina.
Le critiche per il restringimento
E le ambulanze che devono raggiungere l’ospedale provenendo da via del Carso o da via San Michele? È evidente che è più agevole, per loro, raggiungere la rotonda di piazzale Saba. Il guaio è che devono, poi, fare marcia indietro in via Aquileia e immettersi in via Fatebenefratelli con un allungamento dei tempi di percorrenza. Il restringimento della carreggiata, poi, complica le cose perché crea un effetto-imbuto. «Questa è una valutazione che l’autista deve fare. Ripeto: il tragitto preferenziale è quello di via Lungo Isonzo Argentina. E non parliamo di allestire sbarre o semafori».
Ma c’è un altro elemento che molti goriziani, contattando la nostra redazione, hanno fatto notare: L’allestimento del percorso ciclo-pedonale ha finito con l’allargare i marciapiedi creando, secondo molti, un effetto-strettoia. Ora, con la realizzazione delle delimitazioni centrali con tanto di aiuole, la strada diventa ancor più piccola. «Il rischio - la denuncia in Consiglio comunale di Franco Zotti, consigliere d’opposizione della lista “Zotti contro tutti” - è di allungare i tempi per raggiungere l’ospedale e vi posso garantire che, in certi casi, anche trenta secondi in più o in meno possono essere decisivi. Con le ciclabili, avete creato una “monocorsia” in via Aquileia». Un giudizio, esposto in aula con toni molto sopra le righe, che non trova per nulla d’accordo l’amministrazione comunale.
La filosofia del progetto
L’intervento fa parte del progetto presentato, a suo tempo, dal Comune nell’ambito del bando nazionale per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città-capoluogo individuando nella Campagnuzza, l’area entro la quale sviluppare, assieme all’Ater di Gorizia, la riqualificazione di edifici e infrastrutture nell’ottica di un miglioramento della periferia cittadina.
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